Berlusconi, dalla Russia con furore: “Contro giudici e tasse continuo a governare”

Pubblicato il 10 Settembre 2010 - 15:18 OLTRE 6 MESI FA

L’occasione e l’ambiente lo hanno galvanizzato ed esaltato, quindi Silvio Berlusconi, in terra russa per partecipare al Forum internazonale sulla democrazia, ha spiegato che da noi in Italia tutto va bene, tutto funzione se non fosse per un dannato particolare: “Da noi la magistratura è un potere che non ha limiti”. Dopo aver così indicato al mondo il limite della democrazia italiana, il presidente del Consiglio ha voluto rilevare che un’altra minaccia c’è alla piena democrazia: “l’oppressione fiscale”. Al riguardo ha riproposto alla platea planetaria la sua tesi contabile fiscale: “Lo Stato ti può chiedere solo un terzo di ciò che guadagni, oltre è furto e rapina, così viene percepita una richiesta superiore”.

E’ da una quindicina di anni che Berlusconi lo dice con chiarezza e c’era anche nel suo “Contratto con gli italiani”: aliquota massima al 33 per cento, cioè appunto un terzo di quanto si guadagna. Nel corso di questi quindici anni Berlusconi ha governato per una decina, ma oggi in Italia l’aliquota massima è al 43 per cento e la pressione fiscale complessiva è molto vicina a questa percentuale. Forse la colpa del divario tra le ferme convinzioni fiscali del premier e il suo governare davvero le tasse è, come ha ribadito, nella “magistratura che spesso inventa accuse e mette a rischio la governabilità”. Pare duqnue di capire che, non fosse stato distratto e assediato dalle invenzioni dei giudici, Berlusconi avrebbe abbassato le tasse.

Comunque, nonostante quella che a suo tempo battezzò “l’oppressione giudiziaria”, Berlusconi annuncia: “Il governo andrà avanti per altri tre anni, fino alla fine della legislatura”. La Lega che chiede le elezioni, la rottura con Fini, Fini che vuole altra politica anche se non altro governo, la crisi latente di cui hanno parlato tutti i ministri in carica, il rischio di non avere una maggioranza in Parlamento, la preoccupazione, l’ansia e perfino la rabbia più volte espressa dal capo del governo italiano, cioè da lui stesso? “Piccole questioni di professionisti della politica che non toccano la governabilità”. Sintetizzando: c’è l’oppressione giudiziaria, c’è l’oppressione fiscale, ci sono professionisti della politica che opprimono, ma “meno male che Silvio c’è”.