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Cancellieri e quella zona grigia: l’editoriale di Massimo Giannini su Repubblica

di Daniela Lauria |4 Novembre 2013 15:33

Annamaria Cancellieri

ROMA – “C’è una zona grigia che rende inquietante la vicenda Cancellieri- Ligresti e che svela la natura compromissoria e forse compromessa del potere”, scrive Massimo Giannini sul quotidiano la Repubblica in un breve ma secco e rigoroso commento in prima pagina sotto il titolo “La zona grigia”.

“Il ministro dice «non mi pento », evocando quasi una categoria religiosa, che nel caso in questione non ha alcun senso perché in gioco c’è invece un problema politico”.

Giannini inquadra il problema e avverte:

“Non è un «pentimento» che si chiede al ministro, ma semmai un «chiarimento » sulla natura dei rapporti che la legano alla famiglia di don Salvatore. Fino ad obbligarla a telefonare al fratello del «padrino» per garantirgli il suo interessamento, come testimoniano le intercettazioni agli atti dell’inchiesta di Torino”.

Perché, si chiede Giannini e ce lo chiediamo tutti noi,

“la Cancellieri si è sentita in dovere di farlo? Questo chiarimento non è arrivato. Il movente che ha spinto il ministro a sollecitare la scarcerazione di Giulia Ligresti non sembra il «volto umano della giustizia», ma semmai la faccia complice dell’amicizia. Se il Guardasigilli non è libero nei confronti di chi gli chiede un passo improprio, non può restare al suo posto”.

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