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Carceri, Anna Maria Cancellieri: “Prova di civiltà. Decreto non su Berlusconi”

di Emiliano Condò |26 Giugno 2013 20:27

Annamaria Cancellieri (foto LaPresse)

ROMA – Un decreto che risponde a un imperativo categorico, quello di essere un Paese civile, a una necessità economica e che nulla ha a che fare con la vicenda giudiziaria di Silvio Berlusconi. Anna Maria Cancellieri al TgLa7 di Enrico Mentana spiega il suo decreto per l’emergenza carceri e ribadisce allo stesso tempo il suo “sì” ad un’ipotesi di amnistia.

Il decreto si basa sul “meno cella e più lavoro” e prevede per i detenuti permessi premio e uscita anticipata per buona condotta. L’obiettivo è far uscire 10mila detenuti entro il 2016. Ma non quelli condannati per reati gravi, come quelli di associazione per delinquere o violenze su minori. Soprattutto, per condanne inferiori ai 2 anni sarà il pm a valutare la possibilità di pene alternative al carcere.

Secondo Cancellieri che risponde a Mentana, col decreto,  non “torneranno in libertà tanti delinquenti”. “Non è un provvedimento che rimette in libertà alle persone. O non le fa entrare in carcere, o le manda ai domiciliari o le avvia al mondo del lavoro”, le sue parole.

Cancellieri, in ogni caso, non nasconde un problema di risorse, soprattutto per i domiciliari. Ma quello che conta, per il ministro, è la “prova di civiltà” del decreto. Il lavoro individuato dal ministro è quello “socialmente utile”. Perché spiega Cancellieri, il carcerato che lavora torna a delinquere l’80-90% in meno di quello che non lavora.

Sull’amnistia Cancellieri non si tira indietro. “Nel maggio 2014 – spiega – dobbiamo andare davanti alla Corte Ue a raccontare cosa abbiamo fatto. La sentenza Torreggiani ci ha distrutto: ogni detenuto potrà farci causa e ottenere soldi. Ma per Cancellieri prima ancora dei soldi c’è l’imperativo categorico della condizione accettabile dei detenuti e di essere un paese civile.

Mentana, alla fine, chiede se l’idea di amnistia e il decreto riguardi in qualche modo Berlusconi. Cancellieri è categorica: “Nel decreto non c’è assolutamente nulla che lo riguardi, né pro, né contro. Il decreto riguarda solo i detenuti”.

 

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