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Il grande bluff di Claudio Scajola

di Elisa D'Alto |11 Ottobre 2011 10:30

Claudio Scajola (Foto Lapresse)

ROMA – Cancellata la “cena del rancore”. In alto mare il documento dei “frondisti” o “malpancisti”. Congelato il vertice a quattro tra Claudio Scajola, Beppe Pisanu, Roberto Formigoni e Gianni Alemanno. Sospesa la resa dei conti Scajola-Alfano. Gli indizi ci sono tutti e parlano di una precipitosa marcia indietro di Scajola e dei suoi nel segno della prudenza. O forse non di sola prudenza si tratta: l’ipotesi che sia stato tutto un bluff, tanto rumore per avere maggior potere contrattuale, c’è.

Ricandidature, un ruolo di maggior spicco, la rentrée ufficiale dopo due anni di purgatorio per la vicenda della casa al Colosseo. Questi potrebbero essere i motivi che hanno spinto l’ex ministro dello Sviluppo economico a fare la voce grossa per giorni. Poi, alla vigilia della mossa decisiva, tutto si sgonfia, anche gli uomini di Scajola si mostrano cauti.

Di mezzo c’è il lavorio di Denis Verdini per far tornare i meglio disposti su posizioni più morbide. E una lettera di Claudio Scajola a Silvio Berlusconi. Nella missiva anche il suggerimento al premier di un “Berlusconi bis” che allargherebbe l’alleanza ai centristi. Un’ipotesi che certo non incontrerà i favori del presidente del Consiglio.

Di mezzo, poi, ci sono i seggi. Seggi in Parlamento per i parlamentari “frondisti”: 40 in tutto che nelle elezioni anticipate avrebbero tutto da perdere. “Una jattura” sarebbero, come dice Fabio Gava. E allora molti, almeno una decina assicura il Fatto Quotidiano, sarebbero tentati dal ritorno dietro l’assicurazione di un seggio sicuro alle prossime politiche. Con il Porcellum senza indicazione delle preferenze il gioco verrebbe facile.

Il “trappolone” di Scajola ora tramutato in grande bluff. Si era parlato di uno “spacchettamento” del ministero di Tremonti: a lui il Bilancio, le Finanze a Romani. E Scajola tornerebbe allo Sviluppo Economico. Altra ipotesi. Durante una cena il ministro Gianfranco Rotondi avrebbe fatto questa battuta: “Chissà, magari ci ritroveremo Scajola vicesegretario del Pdl”. Mossa che nelle intenzioni dell’ex ministro sarebbe volta a bilanciare il peso del coordinatore Denis Verdini. Soprattutto in tema di candidature per le politiche.

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