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Comunali: Venezia; il caso Mingardi scuote campagna voto

di admin |15 Febbraio 2010 21:27

Enrico Mingardi

Il caso Mingardi scuote la campagna elettorale per la poltrona di sindaco di Venezia. A tre giorni dal clamoroso addio dell’assessore alla Mobilità Enrico Mingardi che, a sorpresa, ha scelto di schierarsi con il ‘nemico’ Brunetta è scontro al veleno fra il ministro-candidato, il suo avversario diretto Giorgio Orsoni e il sindaco uscente Massimo Cacciari, rimasto “personalmente ferito” dal ‘tradimento’ di uno dei suoi più stretti collaboratori.

La campagna elettorale si incattivisce e fra i candidati aleggia addirittura l’ombra delle querele. Il giorno dopo il sindaco-filosofo aveva definito il caso Mingardi “figlio degli anni sporchi che stiamo vivendo” e il candidato del centrosinistra – sponsorizzato dallo stesso Cacciari alla guida di una coalizione che va dall’Udc e a Rifondazione – era andato giù duro: “Chi confonde la politica con un ufficio di collocamento è pericoloso: chi mercanteggia é meglio che stia lontano dall’amministrazione perché non si sa mai dove finisca per arrivare”.

Pronta e sdegnata la reazione di Brunetta: “Miserie. Sono alla frutta”. A innescare la furia di Cacciari sono però le dichiarazioni del suo ex assessore che dice di essere stato lasciato solo.

Oggi, 15 febbraio, il sindaco convoca un’improvvisa conferenza stampa per replicare a Mingardi e ‘consigliare’ a Brunetta di dichiarare pubblicamente che, in caso di sconfitta, non garantirà posti di nessun genere al ‘transfuga’, magari al ministero: “Quello che dice Mingardi é una spudoratezza indecente, tutti sanno che è l’assessore che ho appoggiato di più – si scandalizza Cacciari – Piuttosto mi spieghi come fa a stare con Pdl e Lega che hanno sempre osteggiato pancia a terra tutte le sue delibere, a cominciare dal tram di Mestre che abbiamo inaugurato insieme solo 24 ore prima della sua decisione di andare con Brunetta”.

Proprio mentre Cacciari, nel suo studio a Cà Farsetti, si sfoga, Brunetta e Mingardi sono insieme in un albergo di Mestre dove il ministro già ieri aveva convocato una ‘misteriosa’ conferenza stampa, ma la ‘sorpresa’ era data per scontata da tutti: con l’ex assessore al suo fianco, Brunetta, offeso, torna a respingere con forza l’accusa di “campagna acquisti” e rivela: “Ho telefonato a Orsoni e chiedendogli di smentire le sue dichiarazioni al veleno. Se non smetteranno, me ne dovranno rendere conto dopo la campagna elettorale”.

Orsoni non ci pensa su e va all’attacco: “Credevo fosse solo uno sfogo di rabbia in un momento di difficoltà quella telefonata dell’altro giorno in cui Brunetta minacciava querele per una dichiarazione sulla politica ridotta ad ufficio di collocamento, che tra l’altro non lo riguardava. Oggi vedo che il ministro rilancia e cerca di intimidire. Certo non ci faremo, non mi farò intimidire. Non siamo disposti a scendere a compromessi e non assicuriamo posti a vinti e vincitori”. E avverte: “Se qualcun altro ha voglia di seguire l’ex assessore, faccia presto: la potatura rinforzerà l’albero”.

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