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Ddl Zan non è sinistra, no a femminismo e ecologismo da salotto; Marco Rizzo: Sono comunista, no smalto sulle unghie

di Marilena D'Elia |10 Maggio 2021 21:36

Ddl Zan non è sinistra, no a femminismo e ecologismo da salotto; Marco Rizzo: "Sono comunista, no smalto sulle unghie”

Ddl Zan giudicato da Marco Rizzo, segretario del Partito Comunista: “La mutazione genetica della sinistra italiana inizia negli anni Settanta, con l’avvento del femminismo e dell’ecologismo da salotto. Nel nome dei diritti civili hanno buttato a mare i diritti sociali: il lavoro, la casa, la salute, la scuola”.

Marco Rizzo: “Se questa è la sinistra io non sono di sinistra. Sono comunista.” Lo ha detto il segretario del Partito Comunista dai microfoni di Radio Radio TV. “Questi signori delle multinazionali e i loro lacchè sono il nemico”. E in una intervista a La Verità: “Le leggi contro l’omofobia ci sono già.”

Quanto avvenuto al concerto del primo maggio ancora fa discutere. L’argomento più importante, il lavoro e i diritti dei lavoratori, sono passati in secondo piano, sommersi dalle polemiche intorno al caso Fedez– Rai e al clamore suscitato intorno al Ddl Zan

Marco Rizzo lo ha detto chiaro: “Questa storia dei diritti civili, del primo maggio, della polemica tra Fedez e la Rai, del concertone devo dire che non mi va proprio giù.”

“Non mi va giù questa polemica”, ha detto Rizzo a Radio Radio TV.

Il Primo Maggio è la festa del lavoro e dei lavoratori e quindi dei diritti sociali”.

Un testimonial miliardario di una multinazionale come Amazon sul palco del sindacato mi fa pensare.

“Pensare che un testimonial miliardario di una multinazionale come Amazon debba dare lezioni da un palco del sindacato-un sindacato che in questa manifestazione ha avuto i principali sponsor in Banca Intesa e nell’Eni­- mi fa molto pensare.

Questo signore poteva raccontarci di una tragedia presente ogni giorno come gli infortuni sul lavoro, gli omicidi sul lavoro.

In questa settimana sono stati numerosi, la cifra media è di 3 e mezzo al giorno.

Una strage che continua da anni. Poteva raccontare del milione e mezzo di disoccupati in più che c’è da quando esiste la crisi sanitaria.  

Poteva raccontare di Amazon e delle altre multinazionali che- a differenza dei nostri commercianti, ristoratori, artigiani e lavoratori dipendenti- pagano zero tasse: Abbiamo letto sul Corriere della Sera 44 miliardi di fatturato e zero tasse (nel 2020 al fisco del Lussemburgo, Paese nel quale ha sede ndr).

Questo forse non poteva dirlo perché lui è testimonial.

Poteva dire che c’è necessità della piena occupazione per superare questa crisi: lavorare meno per lavorare tutti .”

Invece di parlare dei diritti del lavoro ha parlato dei diritti civili

“Invece di parlare dei diritti del lavoro ha parlato dei diritti civili che vengono spesso cambiati e sostituiti coi diritti sociali”, ha detto ancora Marco Rizzo che continua:

“I partiti come il PD, insieme alla destra, hanno cancellato i diritti dei lavoratori, ci hanno portato indietro agli inizi del ‘900, dall’articolo 18 e tutte le porcherie che questa sinistra ha fatto.

Questi signori non parlano dei diritti del lavoro perché li hanno distrutti. Cercano in qualche modo di imbellettare la loro pratica politica parlando di diritti civili. Io non ci sto.

La sinistra non può essere rappresentata da questo tizio che fa la pubblicità per il suo smalto maschile per le unghie.

Basta. Sono cose che non c’entrano niente con la sinistra.

Sono molto arrabbiato. Se questa è la sinistra io non sono di sinistra. Sono comunista. Questi signori delle multinazionali e i loro lacchè sono il nemico”.

L’intervista di Marco Rizzo a La Verità sul ddl Zan: “Le leggi contro l’omofobia ci sono già”.

“Sono contro ogni discriminazione: ma non voglio nemmeno essere “indirizzato” a darmi lo smalto sulle unghie”.

“Le leggi contro l’omofobia ci sono già”, ha detto Marco Rizzo al quotidiano La Verità a proposito del ddl Zan.

“Se vogliamo, possiamo modificare l’articolo 3 della Costituzione (Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Ndr), aggiungendo che nessuno può essere discriminato per l’orientamento sessuale.

Basta questo. Io sono contro ogni discriminazione: ma non voglio nemmeno essere “indirizzato” a darmi lo smalto sulle unghie.”

Il ddl Zan e la sinistra? “In realtà questa insistenza non è una novità introdotta da Enrico Letta. Se vogliamo dirla tutta, la mutazione genetica della sinistra italiana inizia negli anni Settanta, con l’avvento del femminismo e dell’ecologismo da salotto.

Nel nome dei diritti civili hanno buttato a mare i diritti sociali: il lavoro, la casa, la salute, la scuola”.

Un vecchio giornalista di sinistra fa circolare su Facebook questo commento.
Non avrei mai pensato di poter condividere le parole del comunista ortodosso Marco Rizzo. Ma come dargli torto?
«Fedez è il nulla – dice Rizzo -. E con il ddl Zan la sinistra confonde i diritti con i suoi desideri. Ma se  vogliamo dirla tutta, la mutazione genetica della sinistra italiana inizia negli anni Settanta, con l’avvento del femminismo e dell’ecologismo da salotto. Nel nome dei diritti civili hanno buttato a mare i diritti sociali: il lavoro, la casa, la salute, la scuola».
Insomma, la sinistra secondo Rizzo ha abbandonato le cose serie che costano fatica, idee, impegno e soldi e si è buttata sulla fuffa
dei diritti civili che non costano niente ma fanno audience.
“Il concerto del primo maggio? Cominciamo notando un fatto sconvolgente: in piazza San Giovanni c’era un palco del sindacato confederale sponsorizzato da Eni e Banca Intesa. Rendiamoci conto.  Dopo quello che ho visto, non venitemi a dire che la Cgil è di sinistra».

Ma Fedez è stato applaudito dal Pd

«L’ ho detto e lo ripeto: la battaglia per i diritti civili è un’arma di distrazione di massa per coprire le nefandezze compiute sui diritti sociali. Il Pd si è ridotto ad essere una riedizione del partito radicale, che si batte per i diritti gay ma poi cancella l’articolo 18 e le conquiste dei lavoratori del dopoguerra».

E se il ddl Zan viene approvato?

«Io mi sono sempre impegnato a combattere l’utero in affitto: una pratica nazista, degna del dottor Mengele. Mi hanno massacrato per questo, ma continuerò a rivendicare questa battaglia. La voglia di avere un figlio è un desiderio. E i desideri non sono diritti. Specialmente quando consistono nello strappare figli alle madri povere del terzo mondo, per essere venduti su un catalogo, come fossero una merce.
Se passa il ddl Zan potrei essere punito. È una legge costrittiva. Io rivendico il mio diritto di esprimere un’opinione supportata da fatti. I signori della sinistra rivendicano dei desideri che finiscono per mercificare il corpo delle donne. E io dovrei essere punito al posto loro?
Senza contare che in quel disegno di legge ci sono altre follie come la definizione del sesso. Mi sveglio una mattina e decido che sono una donna, e posso usufruire delle quote rosa?
È il mondo al contrario. È un mondo in cui sul palco della festa dei lavoratori ci sono rapper miliardari che vendono lo smalto per unghie agli uomini.
Basta, io di questo andazzo non ne posso più. E’ l’ideologia gender, un ideologia piegata al consumo. Ci sono dati statistici oggettivi: due single presi separati consumano più di una coppia sotto lo stesso tetto.
Ho amici che hanno la crema per le rughe, il copriocchiaie, quella per le mani e quella per i piedi e via di seguito. La confusione sessuale di oggi risponde a una precisa logica di mercato, prima ancora che ideologica».

 

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