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Decadenza Berlusconi: sarà voto palese. Lanzillotta, Sc: “Non serve segreto”

di Warsamé Dini Casali |30 Ottobre 2013 14:03

Decadenza Berlusconi: verso voto palese. Lanzillotta, Sc: “Non serve segreto”

ROMA – Decadenza Berlusconi: sarà voto palese. Lanzillotta, Sc: “Non serve segreto”. La Giunta per le elezioni, chiamata a indicare le modalità di voto in aula sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi, ha deciso per il voto palese, visto l’orientamento di Linda Lanzillotta di Scelta Civica, ago della bilancia in Giunta.

“Quello sulla decadenza di Berlusconi non sarà un voto sulla persona, ma sul suo status di parlamentare. Pertanto non sarà necessario il voto segreto” ha sostenuto Linda Lanzillotta in una pausa dei lavori della Giunta per il regolamento. “Non reinterpretiamo regolamento perché è la prima volta che si applica legge Severino“, ha aggiunto Lanzillotta, rispondendo alle obiezioni di chi considera il voto segreto una prassi consolidata nel giudizio parlamentare sulle persone.

Il presidente del Senato Pietro Grasso, intanto, accortosi della informale diretta su social network condotta dal membro della Giunta, il 5 Stelle Maurizio Buccarella, lo ha formalmente pregato di astenersi: “Su segnalazione di agenzie che stanno riportando i flash aggiornativi dei lavori in giunta, il Presidente mi invita a sospendere ogni comunicazione onde evitare qualsiasi polemica. Accolgo l’invito. A dopo” è il messaggio di fine trasmissioni su Facebook.

Tornando a Lanzillotta, ha spiegato approfonditamente la sua posizione. “La mia decisione di votare nella Giunta per il regolamento per il voto palese – spiega ancora Lanzillotta – è stata adottata dopo un’analisi approfondita delle norme e dei precedenti e dopo un’importante discussione nella Giunta”.    “Sul piano regolamentare – osserva la senatrice – gli elementi che mi hanno indotto a decidere in questo modo sono cinque: è la prima volta che il Senato applica la legge Severino, quindi non esistono precedenti invocabili in modo univoco. Poi non esiste nel regolamento del Senato una norma esplicita che indichi la modalità di votazione utilizzabile nei casi analoghi, ma non identici (ineleggibilità ed incompatibilità). Il voto segreto è stato applicato solo in via di prassi”.

Tra i motivi a cui ricorre la Lanzillotta per dire sì al voto palese c’è anche la norma del regolamento della Camera in cui si precisa che il voto per la decadenza non può essere considerato un voto sulla persona. Pertanto si applica il voto palese. E’ già successo, poi, che prassi consolidate siano state modificate senza che si dovessero cambiare le norme”. Nel caso Berlusconi, insiste, “non c’è dubbio che il voto non riguardi la persona, ma solo il mero accertamento dell’esistenza di un presupposto di integrità morale che condiziona la composizione del Senato. Non vi sono scelte discrezionali o di coscienza del parlamentare che possano essere compromesse dal voto palese”.    “Per questo – sottolinea Lanzillotta – mi sono dichiarata favorevole ad una decisione che circoscrivesse l’interpretazione in favore del voto palese al nuovo caso che si presenta e per il quale non ci sono ne’ norme, ne’ prassi in contrario rinviando a specifiche valutazioni la questione del voto in materia di ineleggibilità e incompatibilità per le quali i precedenti sono nel senso del voto segreto”.

“Un’estensione non dovuta del voto segreto – conclude – andrebbe in direzione opposta a quella che ha orientato dagli anni Novanta in poi l’evoluzione dei regolamenti parlamentari per far sì che le procedure di Camera e Senato si svolgano nel rispetto della Costituzione e sempre più aderendo al bisogno di trasparenza che viene dai cittadini e che è la condizione per conservare il rispetto dell’istituzione parlamentare e la legittimazione dell’esercizio delle prerogative da parte di ogni singolo eletto e delle assemblee nel loro complesso”.

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