Diego Sozzani (Forza Italia), Camera nega arresti domiciliari. M5s: “Non si approfitta del voto segreto”

Diego Sozzani Forza Italia domiciliari
Diego Sozzani di Forza Italia (Foto archivio ANSA)

ROMA – Niente arresti domiciliari per Diego Sozzani, deputato di Forza Italia. Il 18 settembre la Camera ha negato l’autorizzazione all’applicazione della misura cautelare con 235 voti a favore, 309 contrari e un astenuto.

Dopo il voto in Aula sono scoppiati applausi alternati a contestazioni. Il capogruppo M5s, Francesco D’Uva, insieme a Davide Zanichelli ha espresso disappunto, perché “non ci si nasconde dietro al voto segreto”. Il presidente della Camera, Roberto Fico, lo ha richiamato: “Non ci può essere un commento al voto”.

A fine luglio la Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio si era invece espressa per l’ok ai domiciliari a maggioranza, con il voto a favore di M5S e Pd: una decisione annullata mercoledì dall’Assemblea, a scrutinio segreto.

La proclamazione del risultato della votazione è stata salutata da un fragoroso applauso dai banchi del centrodestra. Sozzani non ha partecipato alla votazione: intervenendo poco prima del voto ha annunciato che avrebbe lasciato l’aula per “permettere di votare con il massimo della autonomia”.

Il deputato di Forza Italia ha dichiarato: “Vi dico la mia innocenza. Non mi sottrarrò al confronto con la magistratura ma voglio farlo da uomo libero”, ha detto, dicendosi “distrutto dal punto di vista psicologico”. Le sue parole sono state applaudite dal centrodestra ma anche, timidamente, da qualche deputato del Pd.

Proprio il Pd, con Federico Bazoli, aveva annunciato il suo voto per l’autorizzazione alla concessione degli arresti domiciliari “perché non sussiste fumus persecutionis”.

Francesco D’Uva ha commentato: “Spiace constatare che nel segreto dell’urna singoli parlamentari non abbiano seguito le indicazioni di voto del proprio gruppo: noi siamo molto dispiaciuti perché notiamo questa continua differenza, nonostante i cambi di maggioranza, del M5s con le altre forze politiche. Il M5s resta l’unico a portare avanti la battaglia contro i privilegi della politica”.

D’Uva ha poi aggiunto: “Dire che al primo voto la maggioranza non ha tenuto sarebbe sbagliato: in questa votazione non entrava il governo. Questo voto non ha nulla a che fare con la scissione di Renzi: le indicazioni dei gruppi erano chiare, si tratta semmai di voti dei singoli parlamentari che rispondono alla loro coscienza. Questo è un voto in cui, ricordo, i banchi del governo sono restati vuoti: è una cosa che non attiene alle maggioranze”.

Il capogruppo M5s ha proseguito: “Ricordo che il voto viene fatto in base al ‘fumus persecutionis’: qualcuno lo interpreta come un ulteriore grado di giudizio ma così non dovrebbe essere. Noi lo pensiamo ma evidentemente in solitudine”.

Rispetto poi alla possibilità che all’interno della maggioranza ci possano essere sensibilità diverse D’UVa è netto: “Vdo che ci sono gli stessi problemi che c’erano con altre maggioranze: da questo punto di vista molti parlamentari mostrano un iper-garantismo che noi non abbiamo”.

Siete quindi sicuri che il M5s abbia votato compatto? “Ovviamente la sicurezza al 100 non la possiamo avere ma sono certo dei valori del M5s: e quello di non utilizzare strumenti parlamentari come privilegio per le singole persone è un fatto che ci accomuna sicuramente”.

In seguito alla votazione, c’è stato un lungo colloquio in Transatlantico tra i capigruppo M5s e Pd, Francesco D’Uva e Graziano Delrio. Entrambe le forze politiche, in sede di giunta, si erano espresse a favore dell’arresto. (Fonte ANSA)

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