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Elezioni anticipate? Berlusconi teme Prodi al Quirinale

di Marco Benedetto |14 Aprile 2013 10:10

Berlusconi, comizio continuo (Foto LaPresse)

Silvio Berlusconi ha fatto i conti dentro il Pd e ha capito che è alto il rischio che Pierluigi Bersani, per non spaccare il partito, si butti con gli irriducibili anti Berlusconi. Per questo Berlusconi si prepara, come titola il Corriere della Sera, a “una opposizione totale”. L’articolo è di Massimo Franco e rileva che, mentre nel suo comizio di Bari, Berlusconi

“ha riproposto l’idea di un presidente della Repubblica concordato con la sinistra; e di un governo che tenga conto dell’assenza di una maggioranza in una delle Camere,”

ha anche parlato

“come se cominciasse a non credere più al dialogo con Pier Luigi Bersani, di fronte ai suoi ripetuti rifiuti; e si preparasse a un’opposizione totale alla sinistra e a equilibri istituzionali che prevede e teme ostili”.

Per Massimo Franco, Berlusconi ha analizzato i rapporti di forza nel Pd, per arrivare alla conclusione che  Bersani

“fatichi a garantire un voto compatto dei suoi gruppi parlamentari per far passare un candidato condiviso. In più, i «no» reiterati di Bersani a qualunque ipotesi di maggioranza con dentro il Pde il Pdl rendono più difficili sia le trattative sul successore di Giorgio Napolitano, sia soluzioni governative intermedie: subordinate che invece Berlusconi sarebbe disposto ad accettare. Per questo risponde ai rifiuti del Pd minacciando di andare alle urne”.

Berlusconi sembra convinto di una deriva nel Pd

“che potrebbe spingere Bersani su posizioni di scontro: l’unico modo nel quale i vertici del Pd sperano di evitare lacerazioni interne. Evidentemente, Berlusconi è convinto di vincere: soprattutto se la sinistra confermasse il tentativo di allearsi con il movimento 5 Stelle di Beppe Grillo; e se questo embrione di intesa si manifestasse eleggendo Romano Prodi. Berlusconi dichiara fra gli applausi, in modo discutibile, che in quel caso bisognerebbe «andare all’estero». Aggiunge che se non sarà possibile fare un governo serio è meglio tornare alle urne a giugno, benché sappia che sarà difficile. E, promette o minaccia, a seconda dei punti di vista, di candidarsi di nuovo alla carica di premier”.

Amara conclusione:

“Se questo scenario prendesse davvero corpo, il ritorno al passato sarebbe completato”.

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