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Maxi emendamento: no a patrimoniale e prelievo, sì a liberalizzazioni

di admin |3 Novembre 2011 0:16

ROMA – Il Consiglio dei ministri ha approvato un emendamento alla legge di stabilità. Questa è la decisione secondo quanto riportano fonti di governo dopo la riunione dei ministri che si è conclusa alle 22,15 circa. Nonostante l’emendamento si la misura scelta per fronteggiare la profonda crisi, il governo ha deciso di non rinunciare ad un futuro decreto legge e ad un disegno di legge per attuare tutti i provvedimenti relativi agli impegni presi dal premier Silvio Berlusconi con la lettera presentata all’Unione Europea.

Se le voci di oggi pomeriggio poi parlavano di prelievi forzosi ai conti correnti degli italiani, la rassicurazione arriva dal ministro dello Sviluppo Paolo Romani. Alla sua uscita da Palazzo Chigi Romani ha ribadito che “nel maxi emendamento non saranno previsti prelievi forzosi dai conti correnti”. Non sarà prevista nei prossimi provvedimenti neanche la tanto temuta patrimoniale.

Dismissioni degli immobili, con attenzione anche al patrimonio della difesa, misure per favorire con la leva fiscale gli investimenti in infrastrutture pubbliche,  norme sul trasporto locale e quelle relative al pubblico impiego. Potrebbero essere queste le misure che troveranno spazio nel maxiemendamento del governo.   Secondo quanto si è appreso, al momento, il testo – e in particolare la suddivisione delle norme tra emendamento, successivo decreto e possibile disegno di legge – non è ancora stato definito nei dettagli.

Alcuni tavoli tecnici lavoreranno anche domani per limare le misure che saranno inserite come emendamento alla Legge di Stabilità. Secondo quanto si apprende, al termine della riunione sarebbe stato consegnato un testo con le misure che però potrebbe non corrispondere a quello del maxi emendamento. Il termine per gli emendamenti, comunque, è stato fissato a venerdì dalla commissione Bilancio del Senato.

Uno dei nodi è che la legge di Stabilità, così come previsto dalla riforma delle leggi di bilancio, non può essere emendata con qualsiasi tipo di contenuto. In particolare possono essere inserite le sole misure che hanno impatto diretto sui “saldi” e tra queste non possono figurare misure per lo sviluppo. Potrebbero invece trovare spazio: le norme per le dismissioni del patrimonio pubblico, che incidono sul debito, le misure sul trasporto locale, che impattano sui conti degli enti territoriali e le norme per favorire le infrastrutture, che utilizzano la leva fiscale. Anche le norme sul pubblico impiego e sulla pubblica amministrazione, per le quali è previsto un apposito capitolo nella nuova “Finanziaria”.

Il Consiglio dei ministri inoltre ha approvato una serie di provvedimenti quali una tassa di soggiorno proposta dai ministri Giulio Tremonti, Roberto Calderoli ed Umberto Bossi, che potranno istituire i comuni capoluogo di provincia, che appartengono ad unioni o che sono inclusi negli elenchi regionali delle località turistiche o delle città d’arte.

Lungo è invece l’elenco di ciò che non sarà nei provvedimenti, misure che invece hanno alimentato i tam tam per una intera giornata. Allo stato vengono smentiti, in ordine: il prelievo sui conti correnti, i condoni, la patrimoniale (5 per mille), l’aumento dell’età pensionabile, l’aumento dell’Iva al 23%. Tra le voci era circolata anche l’ipotesi, accreditata da qualche fonte, di un ritorno dell’Ici sulla prima casa. Imposta però che è stata cancellata proprio dal governo Berlusconi.

Ma la situazione sui mercati in questi giorni desta non poche preoccupazioni. Così il governo potrebbe scegliere di mettere mano a uno di questi ‘tesorettì: si fa cassa subito. Poche dunque le misure già esaminate dal Cdm che il premier, Silvio Berlusconi, e forse anche il ministro dell’economia Giulio Tremonti, potrà consegnare domani nelle mani dei partner europei a Cannes per il G20.

Qualche tecnico, uscendo da Palazzo Chigi dopo il Cdm commenta: “per ora ci sono solo i titoli”. Nel ricco menù delle ipotesi figuravano ben altri interventi. Nella lettera all’Ue il Governo indicava cinque miliardi l’anno per tre anni dalle dismissioni e valorizzazioni immobiliari, meno vincoli alla concorrenza, un piano per il rilancio del Sud.

Interventi sul lavoro (non la flessibilità in uscita, al momento), con particolare attenzione a giovani e donne, ipotesi di intervento sulle pensioni (età a 67 anni). Attuazione della delega fiscale-assistenziale (20 miliardi). Misure che inizialmente dovevano essere contenute in un decreto. Ma si è optato per il maxiemendamento alla Legge di Stabilità e poi, decreto e Ddl.

Tra gli interventi indicati a breve il Governo segnalava nella lettera all’Ue, entro 2 mesi, la rimozione di vincoli e restrizioni alla concorrenza e all’attività economica, così da consentire, in particolare nei servizi, livelli produttivi maggiori e costi e prezzi inferiori. Entro 4 mesi, la definizione di un contesto istituzionale, amministrativo e regolatorio che favorisca il dinamismo delle imprese; ed entro 6 mesi, l’adozione di misure che favoriscano l’accumulazione di capitale fisico e di capitale umano e ne accrescano l’efficacia.

Si punta inoltre entro 8 mesi, al completamento delle riforme del mercato del lavoro, per superarne il dualismo e favorire una maggiore partecipazione. Nei prossimi 4 mesi è “prioritario aggredire con decisione il dualismo Nord-Sud che storicamente caratterizza e penalizza l’economia italiana”. L’esecutivo è intenzionato a utilizzare pienamente i fondi strutturali. Il piano (Eurosud) arriverà entro metà novembre. .

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