Quanti iscritti hanno davvero i sindacati italiani? Il primo a non fidarsi delle cifre ufficialmente fornite è il segretario della Cgil. Guglielmo Epifani sventola l’autenticità dei suoi cinque milioni e settecentomila aderenti, ma lo fa con l’esplicita intenzione e con il tono di chi mette in dubbio la veridicità della consistenza vantata dalle altre organizzazioni e sigle sindacali. “Sulla democrazia sindacale non ci siamo: uno si sveglia la mattina e dice di avere cinque milioni di iscritti, invece ne ha cinquecentomila. Chiedo una certificazione trasparente degli iscritti, chiedo trasparenza da parte di tutti. Non possiamo dare spazio a chi dice una cosa e invece è un’altra”.
Il primo destinatario del dubbio di Epifani è l’Ugl di Renata Polverini, oggi candidata del Pdl per l’incarico di governatore del Lazio. L’Ugl, il sindacato di destra, peraltro spesso autonomo nelle sue scelte rispetto allo schieramento politico di riferimento, dichiara di avere due milioni e 54mila aderenti. Cifra pesantemente contestata appena un mese fa, addirittura qualcuno aveva calcolato gli iscritti reali a poco più di duecentomila, un decimo della versione ufficiale. La Polverini aveva replicato infastidita e aveva mostrato come duecentomila fosse un numero esiguo rispetto alla realtà. Ma non aveva dimostrato che due milioni e passa fosse la cifra esatta, tutt’altro.
Poi è stata la volta della Cisl, il sindacato di Bonanni, che dichiara quattro milioni e mezzo di iscritti con una crescita costante delle adesioni: più cinque per cento dal 2004 al 2008. La Uil di Angeletti si attribuisce tra i due e i tre milioni di iscritti. Se le cifre che la Cgil fornisce (quasi sei milioni) rispondono al vero e se veritiere sono le tessere Cisl, Uil e Ugl si arriva a 15 milioni di italiani iscritti ad un sindacato, senza contare quelli professionali e gli aderenti ai cosiddetti Comitati di base. Un po’ troppi se rapportati alla somma di lavoratori dipendenti e pensionati, circa 35 milioni. Il tasso di sindacalizzazione sarebbe di circa il 40 per cento. Una percentuale in netta contraddizione con l’esperienza sui luoghi di lavoro.
Tutti i sindacati compensano la minore sindacalizzazione dei lavoratori in attività con ampi tesseramenti tra i pensionati, ma quindici milioni sono davvero troppi per essere credibili. Epifani vanta la genuinità dei dati Cgil e quindi per nulla velatamente imputa agli altri un bluff sulle loro cifre. La cosa non sarà gradita a Cisl e Uil. E stabilire chi ha le tessere vere e quante ne ha non è solo questione di prestigio. Contare davvero le tessere vuol dire verificare quanto valgono le sigle che sottoscrivono un contratto o che non lo accettano. Per questo motivo Epifani sfida gli altri sul terreno dei numeri. Sfida che verrà raccolta, non senza rancori.
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