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Esercito italiano in Niger contro gli scafisti: l’annuncio di Gentiloni

di Alberto Francavilla |24 Dicembre 2017 16:53

Gentiloni ha annunciato la missione dell'esercito italiano in Niger (foto Ansa)

Gentiloni ha annunciato la missione dell’esercito italiano in Niger (foto Ansa)

ROMA – Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha annunciato che l’esercito italiano andrà in missione in Niger: “Il terrorismo è andato consolidandosi in questi anni nel Sahel , in Africa, ed è questo uno dei motivi per i quali una parte delle forze che sono state dispiegate in Iraq – questa è la proposta che il governo farà in Parlamento – saranno dispiegate nei prossimi mesi in Niger, con una missione che avrà il ruolo di consolidare quel Paese, contrastare il traffico degli esseri umani e contrastare il terrorismo”. Lo ha annunciato il premier parlando all’equipaggio della Nave Etna.

“Anche grazie al contributo dell’Italia si è raggiunto nel 2017 un obiettivo fondamentale : Daesh è stato sconfitto, ma la minaccia terroristica non è scomparsa. E noi dobbiamo continuare a lavorare concentrando le nostre attenzioni ed energie in quel mix di minacce provenienti dal traffico di esseri umani e del terrorismo che è andato consolidandosi in questi anni nel Sahel”, ha spiegato Gentiloni.

Una ricognizione è in corso a Niamey per verificare le necessità e mettere a punto gli assetti della nuova missione militare in Niger, che sarà forte di “alcune centinaia di uomini”, pronti a partire “non appena ci sarà il voto in Parlamento”. Lo ha detto il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano, presente a piazza Venezia, a Roma, dove ha incontrato i militari che partecipano all’operazione Strada Sicure.

“Non sarà – ha assicurato il generale – una missione ‘combat’: il nostro contingente avrà il compito di addestrare le forze nigerine e renderle in grado di contrastare efficacemente il traffico di migranti ed il terrorismo”. Il dispiegamento della nuova missione, ha aggiunto, “avverrà gradualmente” e, contemporaneamente, ci sarà una riduzione del numero dei militari impiegati in Iraq, “nel momento in cui Daesh è stato sconfitto, anche se dovremo mantenere l’addestramento perchè il pericolo terrorismo continuerà”.

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