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Fake News, bufera sul meloniano Mollicone che ha fatto una discussa proposta sulla riforma della editoria

di Enrico Pirondini |13 Gennaio 2024 18:17

Bufera sul meloniano Mollicone che ha fatto una discussa proposta sulla riforma della editoria sulle barricate l’opposizione: ”Questo è Minculpop”. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Fake news, bufera sul meloniano Federico Mollicone:  il deputato romano di Fratelli d’Italia, 53 ani.

Ha proposto una riforma dell’editoria (il suo campo professionale) ”per difendere l’attendibilità delle fonti e la veridicità delle informazioni”. Intende arginare i “contenuti farlocchi”, quando non “smaccatamente pubblicitari”.

Proposta, raccolta da Repubblica, che ha fatto infuriare le opposizioni. Inevitabile paragonarla con le iniziative del “Minculpop” che prendeva il Ministero della cultura popolare, ai tempi del governo Mussolini (che durò 20 anni e quasi 9 mesi).

Inevitabile parlare di “bavaglio”. Dunque opposizione sulle barricate, Schlein in testa con il senatore Sergio Ruotolo, responsabile della Comunicazione dem, già punta di diamante di Michele Santoro in Rai prima di imbarcarsi con Antonio Ingroia. Ma non hanno tardato a farsi sentire anche Angelo Bonelli dei Verdi, Irene Manzi (già vice sindaco di Macerata, oggi nella segreteria dem) che ha bollato la proposta Mollicone come semplice “boutade”; idem il trio grillino Caso-Orrico-Amato.

LO SCUDO DI SERGIO MATTARELLA
Tanto rumore per nulla? È il caso di ricordare quello che ha detto giorni fa il presidente Sergio Mattarella nel quarantesimo anniversario dell’uccisione del giornalista Giuseppe Fava: ”La mafia lo uccise per le sue denunce, per la capacità di scuotere le coscienze, come fece con tanti che, con coraggio, si ribellarono al dominio della violenza e della sopraffazione dei quali è doveroso fare memoria. Fava ha fatto del giornalismo uno strumento di irrinunciabile libertà. L’indipendenza della informazione e la salvaguardia del suo pluralismo sono condizione e strumento della libertà di tutti, pietra angolare di una società sana e di una democrazia viva”.

LA DIFESA DI MOLLICONE
Il deputato Mollicone ha ribadito la validità della sua proposta e ha sottolineato: ”La libertà di stampa è sacra”. Ergo l’allarme lanciato dalle opposizioni è, a suo dire, infondato. Mollicone in sostanza – così ha fatto sapere –  ha espresso solo un desiderio che assomiglia a un sogno: un giornalismo meno sensazionalistico, più equilibrato e “meno incline a sparare titoli ad effetto a tutti i costi “, come scrive Stefano Zurlo, uno El ramo.

Mollicone, presidente della commissione Cultura ed Editoria della Camera, ha sottolineato che la sua proposta non ha alcun intento punitivo. A tal proposito ha detto:” Bisogna tutelare la credibilità delle fonti, un tema che dovrebbe interessare anche gli editori.” Ha poi aggiunto:” Nessun bavaglio. Ripeto: la libertà di stampa è sacra, la abbiamo sempre difesa e continuerà ad esserlo. Occorre lavorare a una certificazione digitale delle notizie per combattere le fake news.” Dopo il deputato pistola un’altra grana per la premier.

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