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Venezia: all’esordiente Michelle Bonev un saluto di Berlusconi e un premio, consegnato da due ministri, un sottosegretario e una deputata Pdl

di admin |17 Ottobre 2013 11:39

Michelle Bonev in una foto del 2007

Insolita presenza, insolita premiazione e insoliti saluti al Festival del Cinema di Venezia. Nel pomeriggio ha vinto il premio “Action for Women”, e poi proiettato, il film “Goodbye Mama”, opera prima di produzione italo-bulgara sui diritti delle donne. Fin qui nulla di strano. Se non fosse che la regista della pellicola, alla sua prima prova da regista, è Michelle Bonev.

Chi è? Bulgara, 39 anni ad ottobre, è arrivata poverissima in Italia negli anni 90 senza una particolare specializzazione, ma questo non le ha impedito una serie di miracolosi debutti, nell’ordine:

– La prima volta che approda in tv, ci arriva come opinionista al dopo Festival di Sanremo nel 2003, accanto a Pippo Baudo. Nei giorni precedenti i giornali scrivevano che dovesse fare addirittura la co-conduttrice.

– Il primo libro che scrive, glielo pubblica la Mondadori, la più grande casa editrice italiana (di proprietà Berlusconi, ricordiamo). Su Panorama, diretto da Carlo Rossella, esce una recensione che la paragona ad una a metà “fra la Yourcenar e la Sarfatti”. La recensione è firmata Giampiero Mughini, che però intervistato da Claudio Sabelli Fioretti racconta: “A me Rossella ne ha fatta una che non gli perdonerò finché campo. Ti ricordi Michelle Bonev? Era una bella ragazza bulgara che aveva affascinato Agostino Saccà a quel tempo gran capo Rai. L’aveva addirittura scritturata come coconduttrice del dopo festival di Sanremo. Dopo un paio di anni Rossella mi avvertì che Michelle stava per pubblicare un libro da Mondadori e mi chiese di farci un pezzo. Io lessi da cima a fondo il libro, una porcata inaudita, incontrai la ragazza e la trovai molto simpatica, una tipica ragazza dell’Est, di ferro, di quelle che se si scontrano con un carro armato lo abbattono. Scrissi un pezzo equilibratissimo, con mano maestra, con la giusta dose di ironia, ma assolutamente corretto e non offensivo nei confronti della ragazza. Rossella, a mia insaputa, cambiò totalmente il pezzo, trasformando Michelle in una sintesi tra una Yourcenar e una Sarfatti. Lasciando la mia firma. Non glielo perdonerò mai»

– Il primo ruolo di attrice (se si eccettua una prova da comparsa nella “passione di Cristo” di Mel Gibson) lo ottiene in una fiction Rai, “La bambina dalle mani sporche”, di Renzo Martinelli, dove è subito coprotagonista. Poi è protagonista in “L’uomo che sognava le aquile”, con Terence Hill e in “Operazione Pilota”, al fianco di Massimo Ranieri. Poi è protagonista assoluta in “Artemisia Sanchez”, grossa produzione italo-franco-spagnola, riprese finite nel 2006, però viene proposta in tv solo nel 2008.

– Siamo ai giorni d’oggi: è alla sua prima prova da regista e da produttrice e approda al Festival di Venezia con un film che però non è né in gara né in una selezione speciale. Ma questo non le impedisce di essere premiata (per una pellicola di cui stampa e tv conoscono pochissimo di contenuto e trama) da ben due ministri, un sottosegretario, un deputato e con un “caloroso saluto” inviato direttamente dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.

E’ lo stesso film per il quale la Bonev nel 2008 ha chiesto un finanziamento al Ministero dei Beni Culturali per le opere prime, ma gli sarebbe stato rifiutato, con queste motivazioni: “Difficile immaginare un progetto più tinto d’autobiografia dell’esordio dietro la m.d.p. della Bonev, che dopo aver ridotto un suo romanzo, si espone anche davanti all’obiettivo praticamente nella parte di se stessa. La scommessa è rischiosa: ne esce una sorta di confessione pubblica, autoritratto per schizzi di una vita e di una famiglia ad alto tasso di sentimentalismo che non evita di fare della sua protagonista (lei) un personaggio edificante. Un budget sovradimensionato e fuori dallo spirito delle opere prime concorre nell’insieme ad iscrivere questo progetto di coproduzione tra i non eletti in quanto superato da altri più meritevoli”.

Eppure a Venezia c’è arrivato, ed è stato anche premiato. Non solo. Il progetto aveva ottenuto, oltre alla coproduzione di Rai Cinema e il sostegno del Centro nazionale bulgaro di cinematografia, anche il patrocinio dello stesso Mibac, cioè dei Beni Culturali che solo due anni prima avevano stroncato “Goodbye Mama”. Alla premiazione, in un’affollata Sala Pasinetti, Sandro Bondi non c’era.

Mancava lui, ma c’era un parterre de roi. A consegnare il premio oltre alla deputata Pdl Deborah Bergamini, ideatrice del riconoscimento, il ministro della Cultura bulgaro, Vezhdi Rashidov, nonchè i ministri italiani Giancarlo Galan, Politiche agricole, e Mara Carfagna, Pari opportunità, che si è detta onorata di presenziare alla proiezione di un film sui diritti delle donne: “Michelle Bonev dimostra con la sua opera che si possono abbattere tante barriere – ha detto la Carfagna – Goodbye Mama tratta infatti un tema scottante come la violenza sulle donne in modo molto coraggioso”.

Qualcuno ricorderà che il nome della Bonev anche per altre ragioni. Comparve nelle intercettazioni sull’ex direttore della Rai, Agostino Saccà, nel 2008. Quelle stesse intercettazioni in cui era incappato anche Silvio Berlusconi e in cui il premier chiedeva a un dirigente dell’azienda concorrente (la Rai) quale era Saccà, di far lavorare alcune attrici a lui vicine. Singolare che sempre Berlusconi abbia chiamato il ministro Galan per sincerarsi che portasse il suo “caloroso saluto” all’attrice e regista bulgara.

A raccontarlo è stato lo stesso Galan arrivando sul tappeto rosso di Venezia. ”Quando ieri Silvio Berlusconi mi ha chiamato per sincerarsi della mia presenza oggi – ha detto il ministro dell’Agricoltura – mi ha dato un incarico preciso, salutare con calore e affetto Michelle Bonev, ed è quello che faccio in questo momento, con tutta la passione di cui sono capace”.

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