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Fini “preoccupato” per il federalismo: “A rischio la coesione nazionale”

di Alberto Francavilla |18 Maggio 2010 19:19

Gianfranco Fini

In Italia, secondo Gianfranco Fini, è in pericolo “la coesione nazionale”. Uno dei principali motivi che lo spinge a dire ciò è l’attuazione, ormai, prossima del federalismo demaniale: se non venisse ben recepito dalla classe dirigente meridionale, potrebbe creare squilibri tra Nord e Sud. “E’ mio convincimento che non sia a rischio l’unità della nazione – ha sottolineato il presidente della Camera ma a rischio c’é la coesione nazionale”.

Fini ha poi spiegato nei dettagli il suo pensiero: “L’unità della nazione non è a rischio non solo perché alla vigilia del centocinquantesimo anniversario il Capo dello Stato è impegnato a rinnovare la memoria dell’unità, ma anche perché nel cuore degli italiani, a Nord e a Sud, c’é il senso di appartenenza al Paese”.

“A rischio, invece – ha proseguito – è la coesione nazionale, che significa un uso corretto delle risorse e la piena responsabilità dei governanti di qualsiasi colore che vuol dire mettere la propria storia al giudizio degli elettori, i propri comportamenti, all’insegna della legalità e della trasparenza”.

Il presidente della Camera ha poi parlato del federalismo, auspicando che sia “equo e solidale”. La Commissione Bicamerale dovrebbe approvare a breve il primo decreto attuativo per il federalismo demaniale. “Un federalismo – ha aggiunto Fini – che deve essere consapevole dei ritardi del meridione. Il fondo perequativo dovrà servire ad un riequilibrio generale, altrimenti viene a mancare la coesione”.

Per Fini “non bisogna temere a priori l’introduzione di riforme all’insegna del federalismo. Sarà una grande prova per la classe dirigente del sud e servirà a far capire che è un’imbecillità dire che gli amministratori del sud non sono capaci”.

“Responsabilizzare le classi dirigenti del meridione – ha aggiunto – serve al meridione, ovviamente a condizione che non sia chiamato a scontare ritardi antichi. Sarà un banco di prova positivo per il sud. A fronte di questa grande sfida occorre valutare i costi in modo da non correre il rischio di negare ai cittadini del sud diritti costituzionali che sono inalienabili, come l’istruzione e la salute, che non devono essere parcellizzati in logiche regionali, ma garantiti in una logica nazionale”.

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