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Fini propone la tregua, Berlusconi non ci sta: troppo tardi

di luiss_smorgana |29 Luglio 2010 2:30

Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi attacca Gianfranco Fini ed i suoi fedelissimi. Poi il presidente della Camera gli lancia un segnale per la tregua senza inutili ”mattanze”, sventola bandiera bianca tentando di salvare il salvabile.

”Qui sto e qui resto”, dice l’ex leader di An, parlando del partito, che però ottiene una risposta negativa dal vertice del Popolo della libertà convocato in tarda serata dal premier, e terminato a notte fonda: vertice che conferma la volontà del Cavaliere di tirare dritto ritenendo tardivo, fuori tempo massimo,il riposizionamento del cofondatore.

Da qui il documento di censura che sarà discusso oggi alle 20 nel corso di una riunione dell’ufficio politico. Che il ‘divorzio’ tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini fosse ormai alla porte non era più mistero per nessuno. Ne parlava come un dato acquisito Umberto Bossi ”ognuno andrà per la sua strada”, è stata la sintesi del leader della Lega così come non ne ha fatto mistero in questi giorni il premier che, di fronte all’ipotesi di ”una divaricazione”, di una spaccatura del Pdl, ha rassicurato: ”i numeri sono abbondanti e non c’è alcuna possibilità di cambiamenti di governo o di maggioranza”.

Una strada, quella della separazione, su cui ha invitato a riflettere Gianfranco Fini in serata nel corso di un colloquio a sorpresa con Giuliano Ferrara pubblicato su il ‘Foglio’: ”Resettare tutto senza risentimenti” è l’appello rivolto al presidente del Consiglio.

”Con Berlusconi – chiarisce l’ex leader di An – non abbiamo il dovere di essere e nemmeno di sembrare amici, ma dobbiamo onorare un impegno politico ed elettorale con gli italiani. Per questo – spiega il cofondatore del Pdl – ci tocca il compito, anche in nome di una storia comune non banale, di deporre i pregiudizi”.

Ma le parole del presidente della Camera non hanno al momento sortito effetti positivi a palazzo Grazioli. Già perché, al di là delle ultime dichiarazioni di Fini, la convivenza tra i due leader è diventata ormai difficile. E di fronte all’ipotesi di una scissione, i parlamentari vicini al presidente del Consiglio passano i giorni a fare conteggi: Sono proprio i numeri a dettare la strategia. L’ipotesi di una divisione dalla pattuglia dei finiani per i belusconiani non comporterebbe cambi di maggioranza perché il presidente del Consiglio – sostengono- avrebbe comunque i numeri per governare.

Semmai si dovrà lavorare per bloccare il più possibile, si ragiona, l’emorragia di deputati che potrebbero seguire il presidente della Camera. Proprio alla risoluzione del ‘problema’ finiani il Cavaliere dedicherà tutta la giornata in vista dell’ufficio di presidenza. Nonostante la soluzione non sia ancora ben definita di una cosa Berlusconi è certo: c’è bisogno di una svolta. La gente, avrebbe confidato ieri a diversi deputati incontrati alla Camera dopo aver votato la fiducia alla manovra, è stanca di questo ‘teatrino’.

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