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Firenze, “bersaniani” contro Renzi per licenziamenti al Maggio fiorentino

di Emiliano Condò |14 Gennaio 2013 22:53

Matteo Renzi (foto LaPresse)

FIRENZE – Le lettere di licenziamento di alcuni dipendenti del Maggio musicale fiorentino sono il terreno di battaglia per i consiglieri comunali ”bersaniani” nei confronti del sindaco Matteo Renzi, che quelle lettere ha firmato in qualità di presidente della fondazione lirica. Ma il sindaco rottamatore incassa adesso l’appoggio del segretario regionale del Pd Toscano Andrea Manciulli, che nelle primarie ha sostenuto il segretario nazionale del partito e che ora invita i consiglieri ‘ribelli’ ad evitare ”atteggiamenti pregiudiziali” verso il sindaco.

Renzi si sarebbe rivolto agli stessi vertici nazionali del partito, forse allo stesso Bersani, per lamentare una situazione di frizione che potrebbe influire negativamente sulla campagna elettorale e sulla ritrovata intesa dopo il pranzo romano. Il punto più caldo della polemica  in Consiglio comunale nel dibattito sui licenziamenti e, più in generale, sulla situazione di crisi della prestigiosa istituzione musicale. I dieci consiglieri ‘bersaniani’ del Pd hanno criticato le posizioni del sindaco, il quale ha difeso la scelta di ”salvare il Maggio anche da se stesso”, pure in base ad un accordo con i sindacati che consentiva il ricorso ai licenziamenti.

Dalla posizione di Renzi, dice uno dei 10 consiglieri, ”traspare una evidente lacerazione politica all’interno della maggioranza”. ”Ciascuno valuterà quanto sia intelligente porre una questione politica del genere a Firenze a un mese dalle elezioni”, è  la replica di un Renzi descritto come molto irritato che avrebbe, appunto, sollevato la questione con i vertici del partito.

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