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Governo, Conte: “Lega e M5s dicano se vogliono andare avanti. Altrimenti mi dimetto”

di Daniela Lauria |3 Giugno 2019 22:44

Governo, Conte: "Lega e M5s dicano se vogliono andare avanti. Altrimenti mi dimetto"

Governo, Conte: “Lega e M5s dicano se vogliono andare avanti. Altrimenti mi dimetto”

ROMA – “Chiedo a Lega e M5s di dirmi e di dirci se hanno intenzione di osservare ancora il contratto di governo. Altrimenti mi dimetto”. Così il premier Giuseppe Conte dalla sala dei Galeoni a Palazzo Chigi, richiama all’ordine i due azionisti di maggioranza del suo governo. E lo fa parlando direttamente agli italiani dopo aver difeso strenuamente l’operato del suo esecutivo nel suo primo anno di vita. 

Con Matteo Salvini deciso a usare la forza del suo 34% e Luigi Di Maio, ancora frenato dall’elaborazione della sconfitta, il premier chiede coesione e lealtà- “Leale collaborazione significa che ciascun ministro si concentra sul proprio senza prevaricare – ha bacchettato Conte – Leale collaborazione significa che se si hanno questioni politiche da sollevare non si lanciano segnali ambigui sui giornali, ma se ne parla innanzitutto con il presidente del Consiglio”. “Chiedo dunque a entrambe le forze politiche, di operare una chiara scelta e di dirmi, dirci se hanno intenzione di osservare ancora il contratto di governo ovvero se preferiscono riconsiderare questa decisione”, ha aggiunto.

Quindi lancia l’aut aut: “Se non avrò risposte chiare, rimetterò al Colle il mandato”. “Personalmente resto disponibile a lavorare nella massima determinazione di un percorso di cambiamento”. “Ma non posso compiere questa scelta da solo. Le due forze politiche devono essere consapevoli del loro compito”. “Se ciò non dovesse esserci – avverte Conte – non mi presterò a vivacchiare per prolungare la mia presenza a palazzo Chigi. Molto semplicemente rimetterò il mio mandato”, ha detto a chiare lettere. Poteva dire a muso duro rivolgendosi direttamente ai suoi due vicepremier, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. E invece, scelta inusuale per non dire peculiare di questa fase populista, il premier ha deciso di lanciare un ultimatum in conferenza stampa, parlando dinanzi al popolo.

Tant’è che quando Salvini replica che “la Lega c’è”, Conte riscopre una dimensione privata della politica: “Allora ci possiamo vedere”. La risposta del ministro dell’Interno è arrivata con un post su Facebook che indica a Conte le misure necessarie per proseguire: “L’Italia dei Sì è la strada giusta. Flat Tax e taglio delle tasse, riforma della giustizia, Decreto Sicurezza Bis, autonomia regionale, rilancio degli investimenti, revisione dei vincoli europei e superamento dell’austerità e della precarietà, apertura di tutti i cantieri fermi”. 

Tutto questo dopo che Conte aveva comunque ribadito che “non c’è stallo nell’azione di governo”, nonostante le fibrillazioni seguite al voto europeo. “La Lega ha riscosso un successo molto significativo”, ha detto precisando però che “trattandosi di una consultazione europea non ha ricadute dirette nel lavoro del governo. Il clima elettorale non si è ancora spento. I rapporti sono buoni con tutti i ministri e anche con i vicepresidenti ci sentiamo più volte. Dobbiamo predisporci ad abbracciare un orizzonte temporale più ampio. Se indugiamo sulle freddure a mezzo social e le veline a mezzo stampa non possiamo lavorare. Questo pregiudica la concentrazione sul lavoro”, ha ammonito. “Le polemiche sterili, le discussioni inutili sottraggono energie preziose e distolgono dagli obiettivi di governo”, ha aggiunto.

“L’esperienza di governo ha dovuto convivere con un ciclo serrato di tornate elettorali con campagna elettorale pressoché permanente e ne ha risentito il clima di coesione delle forze di governo”, ha aggiunto il premier. “Io stesso avevo sottovalutato la consultazione europea, molto aspra e intensa. Ha finito per accreditare l’immagine di uno stallo nell’azione di governo. Ma questa è una falsità. Il governo, finita la fase uno, ha avviato la fase due che inaugura una stagione particolarmente intensa sul piano riformatore”, dice il premier a Palazzo Chigi. “Nessun ministro prevalichi le sfere che gli competono”.

Conte ha poi spiegato che “la prossima manovra dovrà mantenere un “equilibrio dei conti” perché “le regole europee rimangono in vigore finché non riusciremo a cambiarle”. Perché, ha continuato il presidente del Consiglio, “l’equilibrio dei conti” non ci viene imposto “solo da regole europee” ma anche dal fatto che “siamo costretti a finanziare il nostro debito sul mercato”. “Chi conosce i mercati sa che per conservare la fiducia degli investitori servono parole univoche da parte di tutti gli esponenti di governo”, ha precisato rimarcando la necessità che nella prossima manovra ci sia una “politica di segno espansivo tenendo in ordine i conti”Il governo porterà avanti una “politica espansiva” sul piano economico, “tenendo in ordine i conti” pubblici. 

“Sulla Tav c’è un contratto di governo: se non fossi stato d’accordo l’avrei cambiato. Quello è il mio faro, poi c’è un metodo di lavoro. A tutti i cittadini è stato detto ‘perseguiremo un metodo’ e il metodo è l’analisi costi benefici. Non è che per mesi si persegue quel metodo e poi si dice bisogna farla e basta. Così non funziona”.

“Abbiamo svolto un lavoro di squadra incredibile con i vicepresidenti, tutti i miei ministri, sottosegretari”. Conte ha anche ringraziato “i parlamentari di maggioranza per il sostengo dato” e “auspico un loro maggiore coinvolgimento in futuro nell’interlocuzione con il governo”.

Lo strappo sullo sblocca-cantieri.

Passa poco dalle parole di Conte e si apre già un nuovo strappo al Governo sullo sblocca-cantieri.

Un’ora scarsa di riunione a Palazzo Chigi e alla fine si certifica che non c’è intesa nel governo sul Codice degli appalti.

Alla riunione convocata dal premier – presenti tra gli altri i capigruppo di M5S e Lega Patuanelli e Romeo, il ministro Toninelli, il viceministro leghista Garavaglia –  i due “alleati” non hanno raggiunto l’accordo sull’emendamento Salvini che di fatto sospende il codice degli appalti per due anni. 

 

(video Vista) Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev.

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