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Il Giornale attacca Di Pietro: soldi ricevuti dal proprietario di Odeon Tv

di Alberto Francavilla |7 Febbraio 2010 14:35

Il Giornale va all’attacco di Di Pietro. Proprio nel giorno della conferma dell’ex pm alla presidenza dell’Italia dei Valori, il quotidiano diretto da Vittorio Feltri ha pubblicato un articolo dedicato alle figure di Di Pietro, De Magistris e Genchi: tre dei principali esponenti del partito.

Alessandro Sallusti, autore dell’articolo, li definisce “due discussi e discutibili ex magistrati e un ex poliziotto farneticante, spione di professione”. Per quanto riguarda Di Pietro, il quotidiano ricorda i suoi presunti legami con i servizi segreti. Per quanto riguarda De Magistris, lo stesso giornalista parla dell’inchiesta che portò all’avviso di garanzia nei confronti di Mastella e alla caduta del governo Prodi. Per quanto riguarda Genchi, il giornalista ricorda il suo ruolo da protagonista nelle intercettazioni di oltre 300 mila telefonini.

Ma soprattutto Sallusti mette in evidenza i rapporti tra Di Pietro e l’imprenditore televisivo Raimondo Lagostena, attualmente in carcere. Nel 2008 l’Idv ottenne 50 mila euro di “offerta spontanea” da una piccola emittente milanese, “Sei Tv”. Emittente che appartiene a Lagostena.

I dubbi sollevati dal Giornale riguardano l’attività dell’emittente, che non trasmetteva più dal 2002, e risultava nel 2008 inattiva presso la Camera di commercio. Inoltre il Giornale sottolinea che il partito di Di Pietro alle ultime elezioni europee utilizzò le reti di Lagostena (proprietario del gruppo Odeon) per comprare i propri spazi pubblicitari.

Quegli spazi pubblicitari un valore di oltre 200mila euro. Che però, scrive Sallusti, «nonostante le rigide norme che regolano la pubblicità elettorale, non furono fatturati in prima battuta al partito dell’ex Pm, ma acquistati direttamente da Lagostena. Quasi 50mila euro di quei 200, finirono poi alla inattiva “Sei Tv”, la benefattrice dell’Idv».

Lagostena si trova in carcere per una storia di presunte false fatturazioni e fondi neri sulla cessione di spazi pubblicitari televisivi a favore dell’assessore regionale lombardo Gianni Prosperini, anche lui agli arresti.

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