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Il Pdl ci riprova: “Ispettori a Napoli” e “giudici golpisti”

di Elisa D'Alto |13 Settembre 2011 16:20

ROMA – Il Pdl non ci sta a immaginare presto un premier “coatto”, obbligato ossia a rispondere alle domande dei pubblici ministeri napoletani di persona e non con un semplice memoriale. Il duo di deputati pidiellini Enrico Costa e Manlio Contento ha depositato un’altra interrogazione a Montecitorio per chiedere al ministro della Giustizia Francesco Nitto Palma di mandare subito gli ispettori di via Arenula negli uffici della Procura di Napoli. Non è la prima interrogazione, solo qualche giorno fa la stessa coppia aveva sollecitato il ministro dopo la pubblicazione di alcune intercettazioni in cui il premier consigliava a Valter Lavitola di non tornare in Italia e di restarsene all’estero.

Questa volta a “scatenare” la reazione dei parlamentari sono state le dichiarazioni del Capo della Procura Giovandomenico Lepore secondo il quale la memoria difensiva del premier ”non basta” e il fatto che i Pm abbiano deciso di “sollevare” dal segreto professionale i difensori di uno degli imputati con decreto. Cosa che secondo l’artIcolo 200 del codice penale toccherebbe al giudice, ma solo come ‘extrema ratio’.

Il clima nel partito è talmente concitato che Osvaldo Napoli ha parlato di “velleità golpiste” da parte dei magistrati. Il Pdl sostiene che le indagini condotte dalla procura sul caso Lavitola-Tarantini sembrano per lo più ”orientate contro il presidente del Consiglio”. Le ultime uscite del procuratore Lepore fanno supporre, scrivono Costa e Contento, che ci si trovi di fronte ”ad una palese violazione del diritto di difesa finalizzata a raccogliere, travolgendo le regole processuali, ma in sintonia con le dichiarazioni del procuratore capo di Napoli, ‘fatti specifici da contestare’ alla vittima del reato, rendendo lecito il dubbio che in concreto le indagini siano orientate contro il presidente del Consiglio”.

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