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Inno di Mameli “obbligatorio” a scuola: Senato approva, Lega protesta

di admin |8 Novembre 2012 14:22

Inno di Mameli “obbligatorio” a scuola: Senato approva, Lega protesta

ROMA – Inno di Mameli obbligatorio nelle scuole. Il Senato ha approvato il disegno di legge che promuove l’insegnamento dell’Inno di Mameli a scuola e istituisce la ”Giornata dell’Unità della Costituzione dell’Inno e della Bandiera” il 17 marzo.

I voti a favore del disegno di legge sono stati 208, i contrari 14 e 2 gli astenuti. Il no gridato dalla Lega Nord non è bastato a fermare il Senato. Dopo l’annuncio del Carroccio del voto contrario ad un provvedimento considerato ”retorico” e ”antistorico”, molti dei 24 senatori della Lega hanno parlato in dissenso per continuare a criticare la legge, annunciando la non partecipazione alle votazioni. Oltre ai leghisti ha votato contro anche la senatrice del Pdl Diana De Feo, in dissenso dal suo gruppo.

La nuova legge inserisce l‘insegnamento dell’inno di Mameli nel piano di studio nelle scuole e riconosce il 17 marzo di ogni anno, in continuità con il festeggiamento dei 150 anni, come ”Giorno dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’inno e della bandiera”, allo scopo di promuovere i valori di cittadinanza e di consolidare l’identità nazionale.

Obiettivo della legge è diffondere la conoscenza storica del percorso di unificazione dello Stato italiano e mantenere vivo il senso di appartenenza civica. Il provvedimento prevede, inoltre, che, nell’anno scolastico 2012-2013, siano organizzati, nelle scuole di ogni ordine e grado, percorsi didattici e iniziative per informare sul significato del Risorgimento e sulle vicende che hanno condotto all’Unità nazionale e all’approvazione della Costituzione.

Prima del voto diversi senatori leghisti sono intervenuti in dissenso dal proprio gruppo, annunciando la non votazione della nuova legge, ma la presidente di turno, Rosy Mauro, ha dato solo un minuto per senatore. Questo è stato il motivo scatenante della protesta della Lega, che ha proseguito a contestare la presidenza anche dopo che il provvedimento è stato approvato con il voto favorevole di tutti gli altri gruppi.

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