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Lara Comi condannata: diffamazione ex sindaco Ferrara Roberto Soffritti

di Emiliano Condò |6 Maggio 2015 9:03

Lara Comi condannata: diffamazione ex sindaco Ferrara Roberto Soffritti (foto LaPresse)

FERRARA  – L’europarlamentare di Forza Italia Lara Comi è stata condannata per diffamazione nei confronti dell’ex sindaco di Ferrara, Roberto Soffritti . La pena pecuniaria di 1000 euro, inflitta dal giudice Stefano Amore pur minima riconosce in pieno come diffamatorie ed offensive le dichiarazioni che la parlamentare fece nel corso della trasmissione televisiva “Servizio Pubblico”, condotta da Michele Santoro, il 24 gennaio 2013 dedicata agli “Impresentabili”.

In quell’occasione l’eurodeputata dichiarò, che Soffritti, candidato con la lista Ingroia alle elezioni, aveva “un background che può avere aspetti mafiosi”, “legato a costruttori siciliani, criminalità mafiosa” aggiungendo che Soffritti era stato anche indagato in un procedimento giudiziario. “Affermazioni non vere e prive assolutamente di fondamento” ha concluso il pm Stefano Longhi in aula chiedendo la condanna a 6 mesi. Mentre il difensore, l’avvocato Porciani di Milano aveva ribadito e ricordato al giudice che la stessa Comi nelle trasmissioni che seguirono quella incriminata, fece le sue scuse pubbliche a Soffritti e alla Lista Ingroia.

Come ha ribadito Soffritti che ha testimoniato in aula, i danni morali e materiali delle dichiarazioni diffamatorie furono “incalcolabili: prima della trasmissione la lista Ingrioia – secondo le proiezioni elettorali dell’epoca – aveva un 4.5% di percentuale, dopo scese al 2%: da qui il danno, anche economico” ha sottolineato Soffritti di non potere accedere in Parlamento e percepire il relativo stipendio. In sede civile, la Comi era già stata condannata a pagare 30mila euro di danni morali e a rifondere le spese legali. Sentenza già passata in giudicato per la quale le parti hanno trovato un accordo di pagamento rateale della somma. Quando venne querelata da Soffritti, la Comi invocò l’immunità di parlamentare europea e chiese il trasferimento del giudizio dal tribunale di Ferrara ad altra sede, ed entrambe le richieste furono negate.

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