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Laura Boldrini. “Libertà tabù”: da Arianna Ciccone polemica web

di Marco Benedetto |5 Maggio 2013 11:26

Laura Boldrini in un turbine di polemiche

C’è stato un polverone di reazioni dopo le un po’ troppo demagogiche parole a Repubblica che ha costretto Laura Boldrini, presidente della Camera, a fare marcia indietro. Ed è stata proprio Repubblica, con un intervento di Arianna Ciccone e decine di commenti a questo articolo, a dare man forte a quanti, da Giuseppe Giulietti su Blitzquotidiano a Stefano Rodotà, proprio su Repubblica, avevano invitato la Boldrini a essere più cauta in materia di libertà di espressione.

Un conto è prendersela, come addetto stampa per il Sud Europa di un uffiio dell’Onu, con le Forze armate italiane e con il Governo Berlusconi in materia di respingimenti di clandestini. Un conto è parlare di opinione e informazione dalla terza poltrona dello Stato itaiano.

Arianna Ciccone,  organizzatrice del Festival Internazionale di Giornalismo di Perugia, ha rivolto alla Boldrini una lettera aperta, che Repubblica ha evidenziato anche nella sua home page con questo titolo:

“Cara Boldrini, c’è una legge sullo stalking, eppure le donne continuano a morire”.

Svolgimento:

“Leggo l’intervista alla Presidente della Camera, Laura Boldrini, che chiede (titolo) una legge contro l’anarchia del web. E cito testualmente: “So bene che la questione del controllo del web è delicatissima. Non per questo non dobbiamo porcela”.

“Ecco, mi piacerebbe innanzitutto capire di cosa stiamo parlando. Qual è la proposta nel merito della Presidente Boldrini? Dall’intervista non si capisce”.

“L’anarchia del web a mio avviso si chiama ‘umanità’, è dentro e fuori la rete. Non si capisce questa pretesa di ‘armonia’ e ‘mondo perfetto’ per il mondo digitale.

“Le leggi che valgono nella vita ‘fisica’ sono le stesse che valgono nella vita ‘virtuale’. Il punto è farle applicare, ma anche nella vita reale. Quante donne denunciano i propri stalker e molto spesso chi dovrebbe proteggerle agisce con lentezza e scarsa efficienza, al punto che in tante vengono massacrate nonostante si siano rivolte alla legge?

“Se diffamo in rete sono perseguibile esattamente come fuori la rete. Quindi?

“Nella discussione nata in rete (ah l’anarchia) in tanti hanno colto diverse note stonate nelle parole della Presidente. ne ho raccolte alcune:

“1) Che c’entra il mezzo? E se le minacce avvengono via telefono o a voce? Cosa facciamo limitiamo la libertà di riunione? O facciamo una legge sull’anarchia del telefono?

“2) Italia sessista. E che c’entra la legislazione preventiva della Rete. E qui si cita il primo emendamento americano sulla libertà di parola ‘Congress shall make no law…’

“3) C’è una sconnessione nelle parole di Boldrini: tutte le minacce ‘hanno nome e cognome’ e si parla di anarchia.

“4) La rete è una piazza, e giustamente qualcuno fa notare: se qualcuno urla in piazza, che facciamo chiudiamo la piazza, regolamentiamo l’accesso?

“È esattamente qui lo scarto. Negli Stati Uniti, il Congressman repubblicano Ted Poe, lo scorso dicembre, ha chiesto all’FBI di obbligare Twitter a chiudere gli account di Hamas e Hezbollah, in quanto organizzazioni terroristiche, che incitano all’odio e alla violenza. Nel dibattito che si è aperto, esperti e professori, come Jonathan Zittrain, professore alla Harvard Law School e uno dei fondatori del Berkman Center for Internet and Society, hanno fatto notare che un simile intervento sarebbe stato contrario al primo emendamento della Costituzione americana. “L’FBI può sapere molto di più su Hamas e su altre organizzazioni, lasciandole operare in un ambiente aperto, che non chiudendo le loro ‘voci’, obbligandole a una comunicazione su canali nascosti, cosa che avverrebbe inevitabilmente”.

“Questo per aggiungere che sicuramente è meglio che voci di dissenso, anche forti, radicali, odiose siano in superficie, a vista, che lasciarle crescere e fomentare in ‘mondi sotterranei’.

Arianna Ciccone riporta un’altra frase di Laura Boldrini:

“Non ho paura di andare da casa in ufficio. Può accadere qualsiasi cosa in qualsiasi momento, certo, ma questo vale per chiunque. Piuttosto mi pare molto più grave, molto più pericoloso che si diffonda in rete una cultura della minaccia tollerata e giudicata tutt’al più, come certi hanno scritto, una “burla”.

E commenta, interrogandosi:

” Davvero è peggio ‘la cultura delle burle sul web che i pericoli nella vita reale? Non varrebbe la pena di porre la questione diversamente?

Anche perché un’azione “anonima” compiuta in rete lascia molte più tracce dell’autore rispetto alla medesima azione “nella vita reale””.

Ed ecco qui di seguito una selezione dei commenti:

” cdcarneade:

“Io non credo che la Boldrini voglia tarpare le ali della libertà del web. Nel web, come nella vita fisica (perchè ambedue fanno parte della vita reale in quanto fattuale da ogni individuo) ciascuno di noi è libero di fare quello che vuole fino a che non va ad intaccare la libertà degli altri. In quest’ultimo caso commette un delitto di cui dovrà rispondere secondo la legge. Nella vita fisica le forze dell’ordine hanno tutti gli strumenti che la legge mette loro a disposizione per individuare il colpevole che inizialmente può anche essere ignoto. Ma sul web se il colpevole rimane ignoto perchè ha falsificato o omesso i suoi dati identificativi del network di cui si serve , è difficile consegnarlo alla giustizia. Quindi secondo me, come nella vita fisica ciascun individuo ha un documento di identità, anche sul web ogni navigatore deve essere identificato e diventa responsabile delle azioni”.

“Ancomarzio1978.

“Certo siamo un popolo strano.Se Video sorveglio i miei beni o la mia persona(casa,at­tività ecc) devo comunicare ai possibili soggetti che li sto riprendendo e potrebbero essere scoperti.Però questi signori, gli stessi che hanno promulgato la legge si risentono se qualcuno li controlla. La legge non è uguale per tutti ?”.

“ziusutra

“Sono d’accordo con l’articolo totalmente: esiste il codice penale, si faccia rispettare quello, piuttosto”.

“andsodeep

“E’ un pochino imbarazzante che una giornalista come la Ciccone contesti punto per punto con tanto di citazioni tra virgolette l’intervista della Presidente e gli metta in bocca (al punto 1 e 3 e poco prima) parole come “anarchia” che sono solo il frutto della sintesi della sua collega De Gregorio… E parla addirittura di “sconnessione nelle parole di Boldrini: tutte le minacce ‘hanno nome e cognome’ e si parla di anarchia”!!!!!

“mozart2006

“L’ intervista a Repubblica è un bruttissimo scivolone da parte di Laura Boldrini. Ci si può limitare a ricordarle che per tutelare la persona da abusi e minacce online come quelli da cui è stata colpita, la normativa esiste già ed è ampiamente sufficiente, mentre quello che lei chiede in più è caratteristica di un regime liberticida. L’ Italia è da anni sulla strada di tale tipo di regime, ma da lei ci si aspetta che costituisca un ostacolo su quella strada, non che ne faciliti il transito a chi, come i berlusconisti e i capi del PD, intende percorrerla fino in fondo.

“walterstucco

“Anche perché un’azione “anonima” compiuta in rete lascia molte più tracce dell’autore rispetto alla medesima azione “nella vita reale”: è una facile generalizzazion­e. Che l’azione lasci tracce è indubbiamente vero, ma poi queste tracce a cosa portano? a un computer, a una porta di rete in un certo posto, ma se fatto “anonimamente”, cioè nascondendo la propria identità, risalire alla persona fisica è virtualmente impossibile. e dove sono queste tracce? probabilmente sparse in mille posti diversi. basta un proxy”.

“camuc

“Sottoscrivo pienamente l’articolo. La violenza sulle donne non si combatte limitando la capacita’ di espressione delle persone ma aumentando il livello culturale della societa’ fino al punto in cui la violenza cessa automaticamente di esistere.

“simux1

“Sì, ma non confondiamo la libertà di espressione col diritto di dire qualsiasi cosa. Sono due cose completamente diverse e la Boldrini non vuole assolutamente limitare la libertà di espressione”.

Rispondi 1 risposta+1

“estemporaneo

“Caro simux1, Lei ha ragione; ma in effetti la libertà di espressione è già limitata da signori come quello che cestina i commenti inviati al presente ‘blog’, quando non garbano a lui. Se è capitato anche a Lei di farne le spese, comprenderà che è più facile sfuggire alla Buoncostume o alla Squadra Narcotici”.

“sisifo2008

“Finalmente un articolo interessante e maturo. In effetti é così…la rete é un contenitore duale, a volte più riflettente il mondo fisico, a volte meno, ma la realtá è unica…Io credo che la presidente della camera abbia acquisito un meccanismo acquisendo un ruolo simile. Ma credo anche che la sua sia una osservazione superficiale. Anarchia sul web…la rete internet è semplicemente una canalizzazione di impulsi che altrimenti, direbbe forse Bobbio, sarebbero un flusso che una diga ha arginato, l’anarchia non piace a chi ama una realtà preordinata, addomesticata. A mio parere, lei vuole sentirsi intoccabile, si sente in una gabbia dorata, ha acquisito uno status”.

 

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