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“Rallentano le lezioni, mettiamo i disabili in classi speciali”, bufera sulla Lega a Udine

di Alessandro Avico |24 Ottobre 2010 10:58

Pietro Fontanini, 58 anni, leader della Lega friulana e presidente della Provincia di Udine, è finito nella bufera per la sua proposta scolastica: “In Germania, dove ci sono percorsi differenziati per ragazzi con problemi, le cose funzionano meglio: è un buon modello. Le persone disabili ritardano lo svolgimento dei programmi scolastici”.

A sostegno della sua tesi, e incurante dell’ostile brusio che cominciava ad alzarsi dalla platea, il presidente leghista ha portato ad esempio il caso di una classe quinta del liceo: “Da parte degli studenti normodotati c’era molta disponibilità verso i ragazzi disabili, ma l’integrazione è un’altra cosa. Innanzitutto esiste il concreto rischio che gli studenti con problemi si trovino a dover seguire lezioni troppo difficili. Eppoi, a causa dei tagli imposti dalla riforma, gli insegnanti di sostegno fanno più assistenza che appoggio durante le lezioni e spesso non hanno il tempo di verificare il lavoro dei disabili”.

Conclusione: “Sarebbe meglio pensare a percorsi differenziati. Sul tipo di quelli organizzati dalla Provincia, da me presieduta, per favorire l’inserimento di questi ragazzi nel mondo del lavoro”.

Le parole di Fontanini sono state immediatamente decodificate da molti, anche nello stesso centrodestra, come il tentativo di tornare a quel regime di classi differenziate, introdotto in Italia nel 1962 e poi totalmente superato, nel nome dell’integrazione, nel 1977.

“Le cosiddette classi speciali altro non erano se non ospedali psichiatrici per bambini: la loro abolizione ha portato indubbi vantaggi ai disabili e alle loro famiglie”, spiega l’assessore friulano alla Salute, Vladimir Kosic, alleato di giunta della Lega e, in quanto invalido, doppiamente coinvolto in questa polemica.

Critico anche il consigliere regionale del Pdl, Paolo Ciani: “Le parole di Fontanini sono da respingere: eppoi non si capisce se parla da presidente della Provincia o da capo di partito…”. Lui, il bossiano nella bufera, non arretra di un passo: “È una polemica montata, è l’ennesimo tentativo di dipingere il solito leghista baluba e razzista: stavolta addirittura contro i disabili…”.

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