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Legge anti corruzione, intesa raggiunta sul testo Severino: forse voto fiducia

di admin |22 Maggio 2012 15:17

ROMA – Maggioranza e governo ritrovano l’intesa perduta e serrano le fila sulla spinosa materia della giustizia. Le commissioni Giustizia e Affari costituzionali della Camera hanno approvato il ddl anticorruzione, conosciuto ormai come ‘testo Severino’. Hanno votato a favore Pd, Udc, Fli e Lega. Il Pdl si è astenuto e l’Idv ha votato contro. A questo punto il governo potrebbe porre in Aula la questione di fiducia  per varare un provvedimento ‘popolare’ come questo in tempi rapidi.

La svolta, su un provvedimento che stava mettendo a dura prova i rapporti tra esecutivo e Pdl, è maturata in seguito alla riunione dei ‘tecnici’ della maggioranza con il ministro della Giustizia. “Sono stati fatti molti passi avanti e in modo totalmente trasparente”, aveva commentato Severino al termine dell’incontro. “Sono pronta ad assumermi ogni responsabilità su questa riforma” che è “troppo importante perché il governo non ci si possa impegnare fino in fondo”. E’ una riforma, aveva sottolineato, che “va fatta e dobbiamo farla oggi stesso”. Appello subito raccolto con il via libera al testo.

L’emendamento del governo, spiega il ministro, “ha una sua compattezza” e tiene presente “alcune esigenze meritevoli di massima considerazione ed accoglibili alcune proposte formulate senza che venga alterato l’impianto complessivo” della proposta del governo. “Tutto è migliorabile – afferma ancora – ma il meglio è nemico del bene. Se si vuole bene al Paese bisogna approvare questa riforma e farlo oggi”.

Nel corso dell’incontro con i tecnici della maggioranza era stata raggiunta un’intesa su due emendamenti cardine del disegno di legge anticorruzione. Dopo lo scontro della scorsa settimana, la Guardasigilli ha proposto alcune riformulazioni sui subemendamenti presentati da Francesco Paolo Sisto e Manlio Contento del Pdl e da Donatella Ferranti del Pd sui reati di corruzione per esercizio della funzione e di traffico di influenze illecite. Sisto e Contento hanno già annunciato che ritireranno i subemendamenti, accogliendo la richiesta del governo, mentre Ferranti per ora si è limitata ad annunciare che accetta la riformulazione del suo testo proposta dal ministro.

Le modifiche. Le proposte di modifica che verranno riformulate riguardano la “corruzione per l’esercizio della funzione” e il “traffico di influenze illecite”.

Per quanto riguarda il primo reato, l’accordo è stato raggiunto sul seguente testo: “Il pubblico ufficiale, che per l’esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri indebitamente riceve per sé o per un terzo denaro o altra utilità o ne accetta la promessa è punito con la reclusione da uno a cinque anni”. Le parole nuove che sono state inserite nel corso della riunione tra tecnici e guardasigilli sono ‘per’ e ‘indebitamente’.

Numerose modifiche invece alla norma sul “traffico di influenze illecite”. Secondo la nuova formulazione, chiunque “sfruttando” relazioni esistenti con un pubblico ufficiale o con un incaricato di un pubblico servizio, indebitamente fa dare o promettere, a sé o ad altri, denaro o “altro vantaggio patrimoniale”, come prezzo della propria mediazione “illecita”, ovvero per remunerare il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, è punito con la reclusione da uno a tre anni. La stessa pena si applica a chi indebitamente dà o promette denaro o “altro vantaggio patrimoniale”.

La pena è aumentata e il soggetto, che indebitamente fa dare o promettere a sé o ad altri denaro o “altro vantaggio patrimoniale” riveste la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di un pubblico servizio. Le pene – recita ancora la norma – sono altresì aumentate se i fatti sono commessi in relazione all’esercizio di attività giudiziarie. Se i fatti sono di particolare tenuità, la pena è diminuita.

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