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Legge anti-moschee stop. Maroni: “Sinistra urla Allah Akbar”

di Alberto Francavilla |24 Febbraio 2016 12:26

Legge anti-moschee stop. Maroni: “Sinistra urla Allah Akbar” (foto da Twitter)

MILANO – Il divieto di costruire moschee in Lombardia è stato bocciato dalla Corte Costituzionale. La bocciatura della legge regionale voluta da Roberto Maroni è stata confermata dallo stesso governatore su Twitter: “La Consulta ha bocciato la nostra legge che regolamentava la costruzione di nuove moschee. La sinistra esulta: Allah Akbar“. Gli dà manforte Salvini sempre su Twitter: “Consulta boccia la legge di Regione Lombardia che impone limiti e regole per moschee e altri luoghi di culto. E brava la Consulta islamica”.

La legge, varata della Regione Lombardia circa un anno fa, contiene una serie di norme urbanistiche particolarmente restrittive per la costruzione di nuovi luoghi di culto. Il testo era stato impugnato dal Governo davanti alla Corte Costituzionale, perché secondo l’esecutivo violerebbe diversi articoli della Costituzione, tra cui i principi di uguaglianza dei cittadini e delle confessioni religiose. Adesso la Consulta ha bocciato la legge. Le motivazioni si conosceranno nelle prossime settimane.

Nei giorni scorsi, presentando la sua candidatura a sindaco di Milano, Stefano Parisi sull’apertura di moschee a Milano era stato duro: “La moschea non è una priorità nell’agenda di Milano. Credo nello stesso tempo che c’è un’ansia su questo tema che divide molto la città e che va affrontata altrimenti rischiamo di dividerci in due partiti fra chi è a favore e chi no, e questo non serve a nulla”.

Per Parisi “la libertà religiosa è fondamentale e deve essere garantita da tutti». Per questo, ha detto, «voglio incontrare i rappresentanti della moschea perché voglio da loro la garanzia che rispettino la liberta religiosa dei cattolici e degli ebrei in città”.

La legge rendeva più difficile costruire sul suolo pubblico lombardo templi, pagode, moschee e sinagoghe. Una decisione che riguarda, appunto, tutte le religioni diverse da quella “convenzionata” con lo Stato italiano, spiegava all’epoca Paolo Colonnello sulla Stampa.

E così le critiche fioccarono da tutte le undici confessioni presenti nella regione. Arrivano dalla Chiesa Evangelica e dai Valdesi, per esempio, che scrivono: “Ancora una volta in Italia si dimostra che la tutela della libertà di religione e di pensiero non è un dato acquisito”. Critiche anche dal coordinamento islamico, che parlò di una “Regione fuori dal tempo”.

L’opposizione in consiglio regionale parlò dei rischi per la sicurezza, visto che con questa nuova norma edilizia gran parte dei 450mila musulmani presenti in Lombardia saranno costretti a praticare in luoghi non idonei.

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