X

Manovra: negozi aperti di notte, licenze libere per taxi e tabaccai

di luiss_vcontursi |20 Agosto 2011 20:13

ROMA – I negozi potranno rimanere aperti quando e quanto vogliono; le licenze per negozi, taxi, farmacie, tabbaccai saranno libere e senza numero chiuso. La manovra aggiuntiva da 45 miliardi di euro innaugura l’Italia delle libertà… o delle liberalizzazioni. Se il governo Berlusconi, appena insediato, ha fatto in fretta a cancellare buona parte delle liberalizzazioni progettate dall’allora ministro Pier Luigi Bersani, ora le rimette, tale e quali, senza dare troppo nell’occhio. Le ha fatte uscire dalla porta e le fa rientrare dalla finestra. E in questo modo pensa anche di combattere la crisi.

Un metodo da apprendisti nemmeno troppo stregoni. Banvenga che i negozi rimangano aperti anche tutto il giorno, se questo può creare un servizio in più ai cittadini e qualche introito in più ai negozianti, ma non è così che si combatte una crisi endemica come quella attuale. C’è bisogno di ben altro, di riforme ben più strutturali, che evidentemente il governo non ha il coraggio di fare. Liberalizza le licenze, ad esempio, ma non ha il piglio di riformare o abolire gli ordini professionali. Quando la manovra era solo una bozza si era vociferato della possibilità di fare piazza pulita degli ordini professionali, quando poi è diventata decreto di questa possibilità non se n’è vista l’ombra.  Il governo se l’è cavata con la sola “garanzia” di “libera concorrenza, presenza diffusa su tutto il territorio, pluralità di offerta”. Obbligando gli studi a pagare i praticanti “equamente”, che potranno già fare il tirocinio durante gli anni di università; stabilisce la separazione fra gli organi elettivi degli ordini e chi commina le sanzioni disciplinari.

Ma vediamo nel dettaglio cosa comportano le nuove liberalizzazioni, quelle dell’era Berlusconi. Grazie alle norme inserite nella nuova manovra, dunque, i negozi in città potranno rimanere aperti a piacimento: anche di domenica, a Ferragosto o Natale.  Secondo il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla, che cita uno studio della Bocconi, “il solo raddoppio delle aperture di domeniche e festivi vale un quarto di punto di Pil”.

Via libera poi alla liberalizzazione dei servizi pubblici, con le Regioni e gli enti locali chiamati entro un anno ad adeguare i propri statuti alla libera concorrenza. Addio anche – almeno sulla carta – al numero chiuso per tabaccai, edicole, farmacie, taxi e per tutte le attività contingentate in base al bacino di utenza. Nella manovra di Ferragosto è espresso un principio di liberalizzazioni tout-court: “L’iniziativa e l’attività economica privata sono libere ed è permesso tutto ciò che non è espressamente vietato dalla legge”.

Insomma le licenze non avranno più vincoli per “area geografica, popolazione e criteri di fabbisogno”. Inoltre via i divieti di esercizio di una attività economica al di fuori di una certa area geografica e le imposizioni di distanze minime tra le localizzazioni delle sedi deputate. Che significa? Che in una stessa strada, anche minuscola, ma molto commerciale potremmo trovare due farmacie o due tabaccai, mentre in una zona periferica e residenziale potremmo non trovarne nessuna.

Scelti per te