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Magdi Cristiano Allam, stampella cattolica per Berlusconi. Pronto un ministero?

di Emiliano Condò |27 Gennaio 2011 20:14

Magdi Allam

ROMA – Magdi Cristiano Allam è pronto a scendere in campo al fianco di Silvio Berlusconi, magari entrando nell’esecutivo per presiedere un ”ministero per l’identità nazionale, la cittadinanza, l’integrazione e la cooperazione, come quello già esistente in Francia”.

L’ex giornalista del Corriere della Sera e ora leader del movimento ‘Io amo l’Italia’ delinea l’accordo stretto con il presidente del Consiglio nell’incontro di martedi’ scorso a Palazzo Grazioli. ”Con Berlusconi abbiamo parlato della situazione attuale ma la nostra amicizia è di lunga data – rivela Allam – Già nel 2005 discutemmo dell’ipotesi di una mia collaborazione nell’esecutivo ad un dicastero che si occupasse di immigrazione e integrazione ma il ministro Pisanu si oppose e non se ne fece nulla. L’anno dopo, Sarkozy in Francia diede vita ad un ministero analogo. Anche stavolta Berlusconi si è detto interessato ma ha anche ammesso che deve fare i conti con i limiti ai ministeri imposti dalla legge”.

Non crede che Berlusconi sia interessato soltanto a strumentalizzare lei per ingraziarsi l’elettorato cattolico? ”Berlusconi è in forte difficoltà e questo è un fatto indubbio – aggiunge il giornalista di origini egiziane, convertito al cattolicesimo e da tempo sotto scorta per minacce terroristiche – ma Berlusconi sa altrettanto bene che su determinati principi noi andiamo avanti da soli”.

Che l’asse tra il premier e Allam sia saldo lo si intende anche quando il leader di ‘Io amo l’Italia’ dice la sua sul caso Ruby: ”Tutti hanno diritto alla presunzione di innocenza – spiega – I processi comunque si fanno nelle aule dei tribunali e non sulle pagine dei giornali. Attendo fiducioso il lavoro della magistratura ma ho timori per uno ‘stato di polizia’ che sta impegnando cifre sconvolgenti. Rischiamo tutti di essere spiati e ricattati con l’uso delle intercettazione che il giorno dopo vengono pubblicate sui giornali”.

”La magistratura faccia il proprio lavoro – conclude Magdi Allam – Io confido molto nel lavoro dei magistrati ma evitiamo che quello giudiziario si trasformi in un potere alternativo e politico. Mi preoccupano quei magistrati che fino alle 14 indossano la toga e dopo vanno a manifestazioni politiche come privati cittadini”.

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