Chi indaga sottolinea anche che “allo stato degli atti non ci sono tracce di altri esponenti politici sotto ricatto perchè finiti nel giro di trans”. In procura si ribadisce che Marrazzo, in questa vicenda, rimane parte offesa: dunque, non sarà aperto nei suoi confronti un procedimento per l’ipotesi di peculato (in relazione all’uso dell’auto blu) e per quella di corruzione (con riferimento al denaro preso dai carabinieri che hanno fatto il blitz nell’appartamento del trans in via Gradoli).
Quanto al peculato, Marrazzo aveva diritto all’auto di servizio e con quella poteva andare dove voleva; quanto alla corruzione, gli inquirenti ritengono che il video sia stato girato dai due carabinieri ‘infedeli’ (Carlo Tagliente e Luciano Simeone) e che l’uomo politico sia stato vittima di un ricatto senza sapere di essere stato filmato.