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Migranti, asse Toti-Maroni-Zaia: “Non siamo tour operator dell’Africa”

di Daniela Lauria |13 Settembre 2016 10:18

Migranti, asse Toti-Maroni-Zaia: “Non siamo tour operator dell’Africa”

GENOVA –  Il governo non diventi “il tour operator dell’Africa intera“. Lo ha detto Luca Zaia, governatore del Veneto, prima del vertice trilaterale con le Regioni del Nord governate dal centrodestra, Liguria, Lombardia e Veneto, appunto. A Genova il primo degli appuntamenti che secondo i tre governatori, Giovanni Toti, Roberto Maroni e Luca Zaia, dovranno rinsaldare l’asse istituzionale per presentare risposte concrete e coerenti alle esigenze dei cittadini, si è concentrato sul tema dell’immigrazione.

“Abbiamo la volontà di dimostrare al governo che ci sono soluzioni, visto che non abbiamo l’abitudine di abbaiare alla luna” ha osservato Zaia sottolineando che quest’anno si chiuderà con “il triste bilancio” di 300 mila arrivi dei quali due terzi non profughi. Secondo Zaia questo è dovuto al “messaggio che il governo sta mandando” visto che su tre immigrati, due non sono profughi. “Vuol dire che il messaggio che si sta dando è venite in Italia che non c’è nessun problema, cosa che in altri Paesi del Mediterraneo non avviene” ha spiegato. Zaia ha osservato che in Veneto ci sono 517 mila migranti, l’11% della popolazione, e sono persone “integrate”. “Non vogliamo invece avere nulla a che fare con chi viene da noi senza voler lavorare e soprattutto senza rispettare le regole” ha osservato.

I tre hanno stilato una sorta di decalogo inviato al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al presidente della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, attingendo dall’esperienza di governo del centrodestra nel 2011 quando ministro dell’Interno c’era proprio Maroni. Al governo Toti, Maroni e Zaia chiedono di “riconvocare il tavolo nazionale sull’immigrazione” che non si riunisce da un anno e per questo i governi regionali di Liguria, Lombardia e Veneto “non riconoscono le quote e le modalità di assunzione a essi attribuite”, ha spiegato Toti.

Dichiarare lo stato di emergenza, bloccare i flussi alla partenza e fare accordi bilaterali con i Paesi d’origine. “Sono proposte concrete – ha aggiunto Maroni – e il governo non segue questa strada solo per ragioni ideologiche. Nel 2011 quando ero ministro dell’Interno arrivarono 48 mila immigrati: allora ne abbiamo rimpatriati 13.667 quasi il 30% e questo contribuì a bloccare le partenze”.

Le nove proposte verranno presentate alla Conferenza delle Regioni, che a breve riunirà la sua competente commissione, affinché vengano discusse e auspicabilmente inserite nel documento che verrà approvato come posizione delle Regioni italiane, si legge nella missiva a Renzi e Bonaccini nella quale i tre governatori, che a più riprese hanno citato le emergenze a Ventimiglia, Como e Milano, si dicono “certi che il governo non vorrà sottrarsi ad un serio confronto su un problema che fino ad oggi non ha trovato una soluzione e che rischia di aggravarsi sempre di più”. Prossimo appuntamento il 16 a Pontida.

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