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Rai: la Corte dei Conti apre un’istruttoria sulle note spese di Minzolini

di luiss_vcontursi |17 Febbraio 2011 11:16

Augusto Minzolini

ROMA – La Procura della Corte dei Conti apre un’istruttoria sulla vicenda legata al rimborso spese del direttore del Tg1, Augusto Minzolini, chiedendo la documentazione all’azienda. La comunicazione sarebbe stata data in Cda dal Presidente Garimberti. Immediata la replica del direttore del notiziario della rete ammiraglia della Rai: ”e’ un atto dovuto – ha fatto notare Minzolini – perché come è sua consuetudine probabilmente il consigliere Rizzo Nervo ha presentato un esposto alla Corte su fatti inconsistenti”.

Da ricordare che in particolare che ad avviare il dibattito era stata la lettera inviata dal consigliere di minoranza Rizzo Nervo al Dg dello scorso 7 dicembre. Sulla questione la Direzione generale aveva avviato approfondimenti e nell’ultimo Cda aveva indicato che tutto quanto si doveva fare era stato fatto. Nell’ultima riunione del Consiglio di amministrazione della Rai la vicenda era stato seguita anche da Luciano Calamaro, delegato della Corte dei conti (presente alle riunioni del Cda con il compito di controllare la gestione finanziaria dell’azienda). Il Cda oggi ha approvato il piano annuale per la Fiction con quattro voti a favore, due contrari (Giorgio Van Straten e Nino Rizzo Nervo) e un astenuto (De Laurentis).

Non ha votato la consigliera Giovanna Bianchi Clerici, assente alla riunione Angelo Maria Petroni. E anche il tema del pluralismo nell’informazione è stato oggetto di dibattito oggi nella riunione di Viale Mazzini. Ma si è trattato solo di un dibattito dove ogni consigliere, dei diversi schieramenti, ha espresso la sua posizione. E in serata il Pdl ha depositato la bozza di maggioranza dell’atto di indirizzo sul pluralismo informativo. Rispetto all’ipotesi iniziale – ha fatto sapere il capogruppo del Pdl in Vigilanza, Alessio Butti – è stata eliminata la norma sul divieto di replicare lo stesso tema nei talk show nell’arco di otto giorni. Un’altra novità riguarda il divieto per chi ha ricoperto ruoli politici nazionali di condurre programmi di approfondimento del servizio pubblico.

Il divieto sarà valido per i due anni successivi alla cessazione del mandato politico. ”Con la soppressione del comma ho inteso evitare ulteriori tensioni polemiche veramente prive di senso”, ha spiegato Butti ”Rispetto alla traccia iniziale – ha argomentato l’esponente del Pdl – depositata irritualmente su gentile richiesta del presidente Zavoli al fine di agevolare l’inizio del dibattito – ci sono alcune rilevanti novità che tengono conto esclusivamente e giustamente dell’esito del dibattito parlamentare appena avviato”.

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