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Corruzione, Matteo Renzi: “Pd ha sue colpe, via a calci chi ruba. In Cdm misure”

di luiss_vcontursi |7 Giugno 2014 17:35

NAPOLI – Matteo Renzi a Napoli parla delle inchieste per corruzione di questi giorni, dall’Expo al Mose: ammette che la responsabilità politica è anche del Pd, e che chi, anche dentro il Pd, ruba deve andare via “a calci nel sedere”. Chiede il ‘daspo’ per i politici corruttori e promette per venerdì in Consiglio dei ministri un provvedimento urgente, e poi una riforma della normativa sugli appalti.

E’ “fuori dalla storia – dice – negare la responsabilità della politica, anche per la mia parte politica. Non si possono fare distinzioni tra chi è iscritto o “non iscritto” al Pd”.  “Nel caso della corruzione quello che abbiamo da dire lo diremo senza preoccuparci delle ripercussioni sui nostri. Se c’è nel Pd chi ruba va a casa a calci nel sedere esattamente come chi è negli altri partiti. Non c’è Pd e non Pd. Ci sono ladri e non ladri”.

“Mi fai la cortesia – incalza – tu che hai corrotto o concusso qualcuno, di non mettere più piede negli appalti pubblici”.

“Cambiamo radicalmente il processo amministrativo, l’impostazione della procedura pubblica” degli appalti. Promette poi insieme “venerdì il governo farà un provvedimento ad hoc che recuperi le raccomandazioni della commissione europea” all’Italia.

“Venerdì il governo farà un provvedimento ad hoc che recuperi le raccomandazioni della Commissione europea sul processo amministrativo, sulla giustizia, sulla corruzione. Un provvedimento di legge che conterrà non un potere speciale per Cantone, ma la possibilità reale di incidere sia sulla vigilanza che sulle procedure che devono essere ferree. Dopo il passaggio di venerdì nel pacchetto di riforma della giustizia, che arriverà entro la fine di giugno, ci deve essere un principio chiaro di certezza della giustizia per cui se sei condannato in via definitiva in un ufficio pubblico non ci metti più piede”.

In quel pacchetto Renzi spiega che ci saranno anche le norme contro la corruzione. E ancora l’entrata in vigore entro giugno del “processo telematico civile, una serie di interventi strutturali della giustizia e anche una serie di provvedimenti di giustizia amministrativa”.

“Non è del tutto vero che il problema degli appalti sono le procedure eccezionali – osserva inoltre Renzi – Cambiamo radicalmente il processo amministrativo, l’impostazione della procedura pubblica, il contratto di affidamento. Se c’è un valore del risultato elettorale è consentirci di avere il tempo per una rivoluzione radicale. L’importante è che passi un meccanismo per il quale l’Italia non solo i corrotti li va a scovare, ma quando li scova li processa in tempi certi e quando si scopre che sono colpevoli mi fai la cortesia tu che hai corrotto o concusso qualcuno negli appalti pubblici non ci metti più piede. L’idea del daspo è questa”. 

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