Nozze gay, Marino: “Registrazione consente già congedi parentali”. Caso Boldrini

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Ottobre 2014 - 13:13 OLTRE 6 MESI FA
Nozze gay, Marino: "Registrazione consente già congedi parentali". Caso Boldrini

Nozze gay, Marino: “Registrazione consente già congedi parentali”. Caso Boldrini

ROMA – Nozze gay, Marino: “Registrazione consente già congedi parentali”. Caso Boldrini. Il sindaco di Roma Ignazio Marino non si cura troppo del braccio di ferro con il Prefetto Giuseppe Pecoraro che minaccia l’annullamento (atto dovuto, dopo l’ordine del ministro Alfano) dei 16 matrimoni gay all’estero registrati in pompa magna al Campidoglio sabato 18 ottobre. Perché la registrazione ha immediati effetti pratici, e infatti già oggi, rivendica a suo merito il sindaco, una delle persone il cui matrimonio è stato trascritto chiederà all’azienda il congedo parentale.

Per una considerazione storica: quando tra 15 anni nessuno ricorderà più i nomi di sindaco e prefetto, “tutti sapranno però che a Roma può essere riconosciuto l’amore a prescindere dall’orientamento sessuale”. Non è il pezzo di carta la posta in palio, secondo Marino, ma la prospettiva e quindi l’accelerazione impressa sui diritti civili in assenza di una normativa al passo dei tempi. Un approccio che giustifica le accuse ricevute: prima che sul merito, dalla destra ai vescovi si contesta a Marino il protagonismo velleitario e demagogico di chi firma autografi privi di valore legale. Che finisce per imbarazzare anche partito Democratico e  Governo.

Ragiona il centrista Pier Ferdinando Casini: «È giusto rispettare le relazioni affettive tra persone dello stesso sesso, ma ci sono delle leggi e finché sono in vigore, vanno applicate e rispettate. Per cui, indipendentemente dalle opinioni sul tema, il sindaco della Capitale o il presidente di una assemblea che approva le leggi, cioè la Camera dei Deputati, sono tenuti a farle rispettare ai cittadini e a rispettarle essi stessi. Altrimenti si tratterebbe di irresponsabilità istituzionale o di ricerca di una inutile pubblicità». (Simone Canettieri, Il Messaggero)

Sono chiari i riferimenti diretti. Non è solo Ignazio Marino a forzare la mano: anche il presidente della Camera Laura Boldrini, intervenuta a sostegno del sindaco (“Ignazio ha preso atto di un cambiamento della realtà”) sembra trasgredire i confini della correttezza istituzionale, quando non si limita a sollecitare una legge in Parlamento, ma detta le condizioni di ingaggio in una precisa istanza politica. Nel frattempo, Matteo Renzi ha già esposto i passi necessari per arrivare in tempi ragionevoli alla sospirata legge, ispirata al modello tedesco dell’unione civile (tutte le prerogative senza poter adottare figli di cui un componente la coppia non sia genitore).

Cento di questi giorni. Però Marino ha trasgredito ai divieti del ministero dell’Interno, ha ignorato l’appello del prefetto, Giuseppe Pecoraro, a desistere dalla trascrizione, pena l’annullamento. Ha voluto anticipare con la testardaggine di chi non ammette imposizioni e cerca un attimo di celebrità nel mare delle polemiche che lo affliggono, una mossa che il governo del suo stesso colore politico ha già messo in agenda: una legge sulle unioni gay. (Brunella Lolloli, Libero Quotidiano)