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P3, Verdini si dimette dalla presidenza del Credito Cooperativo Fiorentino: “Lo faccio per il bene dell’Istituto”

di Emiliano Condò |26 Luglio 2010 11:06

Denis Verdini

Denis Verdini ”ha rassegnato le sue dimissioni irrevocabili” da presidente del Credito Cooperativo Fiorentino e da componente del Consiglio di amministrazione. Lo ha annunciato lo stesso Verdini  in una lettera inviata il 23 luglio ai vertici dell’istituto e resa nota nella mattinata di lunedì 26 luglio.

Il coordinatore nazionale del Pdl ricopriva l’incarico di presidente dell’istituto dal 1990. E il vicepresidente vicario del Credito Coperativo, ad oggi, è il suo avvocato, Marco Rocchi. Secondo quanto riporta il quotidiano La Repubblica sono vicini a Verdini anche due dei quattro consiglieri di amministrazione: si tratta di Enrico Luca Biagiotti, consigliere della Società Toscana di Edizioni eamministratore unico della Nuova editoriale, le società attraverso le quali Verdini controlla Il giornale della Toscana e di Fabrizio Nucci, socio di Verdini della Nuova Toscana Editrice (di cui è socio anche Massimo Parisi braccio destro di Verdini e parlamentare del Pdl).

Le accuse a Verdini. Secondo gli inquirenti, quindi, era tutto il meccanismo di controllo del Credito Cooperativo ad essere ‘morbido’ con Verdini. Anche perchè lo stesso collegio sindacale è presieduto dall’avvocato “storico” di Verdini, Antonio Marotti, mentre gli altri due sindaci sono uno, Luciano Belli, socio della moglie di Verdini in Edicity, l’altro, Gianluca Lucarelli, presidente del collegio sindacale della stessa società.

Grazie al sistema, secondo le accuse, il Credito avrebbe concesso alla Società Toscana di Edizioni (Ste) un fido superiore al 10% del proprio patrimonio (che a fine 2009 era di 56 milioni di euro). Un’operazione, avvenuta nel 2005 e che ha attirato l’attenzione delle Fiamme Gialle. In quella circostanza la Ste versò in base a un contratto preliminare 2,6 milioni di euro a Verdini e a Parisi per l’acquisto di quote di una nuova società, la Nuova toscana editrice. Sulla carta, la Ste si sarebbe procurata la provvista attraverso una plusvalenza di 2,6 milioni, ottenuta vendendo alcuni immobili proprio alla Edicity, la società della moglie di Verdini. Gli investigatori, però, stanno vagliando una serie di versamenti in contanti.

Nel mirino degli inquirenti anche i finanziamenti concessi dal Credito cooperativo a un altro gruppo, la società di costruzioni Btp di Riccardo Fusi, coinvolta nell’inchiesta per l’appalto da 200 milioni di euro per la Scuola dei Marescialli. Secondo le accuse l’istituto avrebbe concesso prestiti a Fusi, fino a 10 milioni di euro, su preliminari di compravendite immobiliari che poi non venivano mai chiusi.

La lettera di Verdini. ‘In questi mesi – scrive Verdini nella lettera con cui annuncia le dimissioni – si è abbattuta sulla mia persona e, indirettamente, sul Credito cooperativo fiorentino, una tempesta mediatica e giudiziaria di ampie proporzioni rese certamente più eclatanti dal ruolo politico che rivesto. Sono assolutamente certo di poter dimostrare, e lo faro’ nelle sedi opportune, la mia estraneità da ogni illecito che mi viene in questa fase addebitato. Tuttavia devo prendere atto che la rilevanza assunta dai fatti che mi vengono imputati – rilevanza che va bene al di là del merito stesso dei problemi – rischia di gettare un ombra sulla banca”.

Verdini ricorda che ”in questi 20 anni il Credito cooperativo fiorentino ha conosciuto una significativa espansione ritagliandosi uno spazio importante nell’area metropolitana fiorentina, crescendo in soci e patrimonio e contribuendo fattivamente allo sviluppo della nostra comunità”.

‘Sono risultati – scrive ancora Verdini nella lettera ai vertici dell’istituto – che nessuna tempesta mediatica o giudiziaria può cancellare, come è confermato dalla fiducia che anche in questi mesi soci e clienti non ci hanno fatto mancare. Proprio per questo e per l’impegno che ho profuso in questi anni, per tutelare la Banca ed assicurarne la crescita, non posso assistere passivamente al tentativo di coinvolgerla in vicende che potrebbero danneggiarla”.

”Per questo motivo, con enorme rammarico – conclude – ho assunto la decisione di dimettermi irrevocabilmente dalla carica di Presidente e di componente del Consiglio di amministrazione del Credito Cooperativo Fiorentino. Desidero esprimere anche attraverso questa lettera, i miei sentimenti di gratitudine ai soci – che in tutti questi anni ci hanno sempre confermato la loro fiducia – al personale dipendente, e a tutti voi, che avete supportato la mia azione e contribuito alla crescita di questa banca”.

Nella lettera si precisa che il Consiglio di amministrazione del Credito Cooperativo Fiorentino è convocato per il pomeriggio di lunedì 26 luglio per le determinazioni del caso.

Il Credito fiorentino fiorentino dalla canonica ai 1000 soci. Il Credito Cooperativo Fiorentino viene fondato a Campi Bisenzio nell’ aprile 1909 come Cassa Rurale ed Artigiana, diretta emanazione dell’associazionismo cattolico: la sua prima sede è infatti nella canonica della pieve di Santo Stefano. La sua crescita nei decenni è graduale, fino alla svolta dell’inizio degli anni ’90, quando Denis Verdini arriva alla presidenza. Inizia infatti una fase di espansione, con l’ apertura nel 1993 della prima filiale fuori da Campi Bisenzio, a Calenzano, e della prima filiale a Firenze nel 1996.

Oggi la banca conta sette filiali e uno sportello automatico nella provincia di Firenze, con più di mille soci sul territorio e una settantina di occupati. Il bilancio 2009, l’anno del centenario, segna una crescita della raccolta diretta (42,7 milioni di euro), e degli impieghi lordi (50,5 mln), mentre cala l’utile netto (241 mila euro). Nella relazione del Cda all’ultima assemblea dei soci, a fronte delle inchieste giudiziarie che cominciavano a lambire il Credito Cooperativo, si affermava che ”la Banca e la sua Dirigenza hanno agito sempre nel pieno rispetto delle regole della correttezza e della trasparenza del processo di erogazione del credito”.

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