La tenuta del governo, spiega Gentiloni, è ”certamente un obiettivo del Pd, ma dipenderà dalla capacità di questa strana maggioranza di avviare le riforme in autunno. La strada non è in discesa”. Ma il problema del partito democratico è che ”tratti l’unico leader in grado raccogliere trasversalmente consensi, come un problema”. ”Anche la fissazione della data del congresso, decisa per il 24 novembre davanti a una platea di duecento persone, dopo un paio d’ore è stata rimessa in discussione da un gruppo dirigente che, spiace dirlo, in larga parte coincide con chi ha governato il partito negli ultimi quattro anni con i risultati che sappiamo”.
”Che fare il segretario del Pd esponga chiunque a un logorio, è indubbio – afferma Gentiloni rispondendo alle parole di Massimo D’Alema sul sindaco di Firenze -. Ma è altrettanto evidente la necessità del partito di avere una leadership forte che faccia sperare il nostro elettorato dopo la sconfitta di febbraio, e che aspiri a guidare una coalizione maggioritaria, se e quando si voterà. La considerazione logica dei rischi non può essere un motivo per non correrli, non per un leader. E anche D’Alema considera tale Renzi”.