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Pdl: Alfano strappa, l’ira dei lealisti. Fitto: “Atto gravissimo contro il Cav”

di Daniela Lauria |15 Novembre 2013 23:53

Raffaele Fitto (Foto Lapresse)

ROMA –  Lo strappo di Angelino Alfano “è un atto gravissimo contro la sua stessa storia e contro il Cavaliere”. A tuonare è il numero uno dei lealisti, Raffaele Fitto, che commenta così la decisione di Alfano di separare il proprio percorso politico da quello di Silvio Berlusconi, sfilandosi dal progetto di una Nuova Forza Italia e dando vita a gruppi autonomi. Poi il leader dei falchi si lascia andare anche ad un pronostico che suona un po’ come una minaccia: “Il vero popolo di centrodestra giudicherà”.

Intanto sulle agenzie di stampa è un susseguirsi di dichiarazioni di scontento. Prende la parola anche Michaela Biancofiore: “Faccio appello ai molti colleghi che sono antropologicamente, idealmente e per storia personale avversi alle sinistre, di non seguire Alfano in una incomprensibile deriva di appoggio ad un governo monocolore Pd. Alfano e i ministri Pdl hanno compiuto uno strappo gravissimo e io ancora spero che entro domattina si ravvedano e aderiscano all’appello unitario di Berlusconi ci ferma do nei fatti la sua leadership che vive del ci senso degli italiani”.

Parole durissime anche dal deputato siciliano, Gianfranco Micciché: “Sono davvero dispiaciuto. Mai avrei pensato che Angelino Alfano, trattato come un figlio dal presidente Berlusconi, potesse tradirlo”.

Si difende il ministro Maurizio Lupi: “Fino all’ultimo abbiamo lavorato per l’unità sulla base di due condizioni: responsabilità verso gli italiani e il governo, per non lasciare il Paese in ginocchio; la necessità di costruire una nuova FI che non sia estremista”. E aggiunge: “Non abbiamo paura di fare la fine di Gianfranco Fini perché per noi parlano venti anni di storia in cui abbiamo dimostrato che Berlusconi è e rimane un punto di riferimento dell’area moderata”.

Per Renata Polverini, deputata Pdl ed ex presidente della Regione Lazio: “Quello compiuto da Alfano e i governativi é un gesto di cui dovranno rispondere alla loro coscienza e ai nostri elettori. Abbandonare Berlusconi é un atto di profonda viltà”.

Interviene anche il fondatore della Lega Nord, Umberto Bossi che accusa: “In tutti i partiti quando avviene una rottura significa che hanno comprato dei dirigenti”. Bossi, che ha definito Alfano “dieci volte traditore”, parla da Val Brembana a margine di un comizio. “Non capisco dove va – ha aggiunto – perché poi i voti li ha Berlusconi e se Berlusconi fa saltare il governo non gli dà il tempo di fare un partito”. “Prima si sono presi gli uomini e poi è intervenuta la magistratura”

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