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Manovra, un indizio di Monti: “Sacrifici per tutti, equamente ripartiti”

di Alessandro Avico |3 Dicembre 2011 19:08

ROMA – Una manovra “pesante” che imporrà sacrifici a tutti. Ma “equamente ripartiti”. Questo, secondo quanto viene riferito da fonti politiche dopo gli incontri a Palazzo Chigi, è il ragionamento che il premier, Mario Monti, avrebbe fatto alle diverse forze politiche ricevute a Palazzo Chigi, nell’illustrare i capisaldi della manovra. Le stesse fonti riferiscono anche che il presidente del Consiglio avrebbe confermato loro l’intenzione di anticipare a domenica il varo delle misure.

Quanto ai contenuti, a preoccupare maggiormente i partiti sarebbero state le norme relative all’Ici, ai ritocchi delle aliquote Irpef e all’eventuale tassa sui beni di lusso. Per le forze politiche infatti c’è il rischio che con questi interventi si contraggano ulteriormente i consumi senza un vero rilancio per la crescita. Nel pacchetto di misure, tuttavia, il governo avrebbe spiegato alle forze politiche che sono previsti anche provvedimenti a favore dello sviluppo, ma certo la parte più cospicua degli interventi riguarda una stretta e la richiesta di sacrifici.

Ma sempre garantendo, e su questo avrebbe insistito molto il premier, l’equità, cioè un contributo richiesto a tutti, in maniera proporzionale. Anche per quel che riguarda le stesse richieste dei partiti: il principio, insomma, sarebbe quello di richiedere ad ogni forza politica di “cedere” almeno su una richiesta.

Le forze politiche avrebbero espresso perplessità e preoccupazione, in particolare, sulla possibilità di reintrodurre l’Ici sulla prima casa, chiedendo invece che l’imposta vada a pesare solo sulle seconde e terze case. Inoltre, altro punto dolente per i partiti, è l’aumento delle aliquote Irpef, misura che andrebbe direttamente nel decreto.

Il presidente del Consiglio e i ministri che con lui (Passera, Giarda e Fornero) hanno svolto gli incontri, hanno sottolineato la gravità della situazione e la necessità di intervenire subito con misure forti, perchè – è stato il ragionamento riferito dalle parti politiche – in gioco non c’è solo l’Italia ma la tenuta stessa dell’Europa.

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