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Processo Mori, Martelli: “Mi lamentai dei Ros con Mancino”. L’ex ministro: “non è vero”

di Robertar |6 Aprile 2010 20:04

Martelli durante la sua deposizione a Palermo

«Né Martelli né altri mi parlò mai di contatti con Ciancimino». Così il vice presidente del Consiglio Superiore della Magistratura Nicola Mancino replica alle dichiarazioni rilasciate dall’ex ministro della Giustizia al processo a carico del generale dei carabinieri Mario Mori, imputato di favoreggiamento nei confronti della mafia.

«Ho sempre escluso, e coerentemente escludo anche oggi, che qualcuno, e perciò neppure il ministro Martelli, mi abbia mai parlato della iniziativa del colonnello Mori del Ros di volere avviare contatti con Vito Ciancimino», assicura Mancino che aggiunge «per quanto riguarda la mia responsabilità di ministro dell’Interno, nessuno mi parlò mai di possibili trattative con la mafia».

L’ex ministro della Giustizia, Claudio Martelli, deponendo al processo in corso a Palermo aveva dichiarato di essersi lamentato del comportamento dei Ros con il ministro dell’Interno che all’epoca era appunto Mancino. «Se avessi avuto sentore che c’era una trattativa in corso tra pezzi dello Stato e la mafia – ha commentato Martelli – avrei fatto l’inferno. Invece l’iniziativa del Ros, finalizzata a contattare Ciancimino, mi parve solo un atto di insubordinazione, quindi trattai la questione riferendone alle persone competenti, come l’ex capo della Dia e l’allora ministro dell’Interno».

Rispondendo al pm Nino Di Matteo che gli chiedeva perché avesse riferito sui contatti tra il Ros e l’ex sindaco mafioso Ciancimino solo dopo 17 anni Martelli ha aggiunto: «All’epoca non c’erano indagini sulla trattativa, non se ne parlava neppure e mi sembrò opportuno risolvere quelli che mi sembravano atti di insubordinazione del Ros nelle sedi competenti».

«L’onorevole Martelli – osserva il vice presidente del Csm – fra Scotti e Mancino usa la forma dubitativa: ma se uno non si ricorda bene è inutile fare nomi. Quando la dottoressa Ferraro avrebbe incontrato il colonnello De Donno si era nel giugno 1992, ed io mi insediai al Viminale il 1 luglio successivo. Col Ros non avevo alcuna relazione istituzionale e, perciò, non c’era bisogno di dire a me un fatto che poteva interessare, semmai, il ministro della Difesa dell’epoca, da cui il colonnello Mori dipendeva».

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