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Sanità Puglia, Frisullo stipendiato da Tarantini: 12 mila euro al mese

di luiss_smorgana |19 Marzo 2010 8:47

Sandro Frisullo

Sandro Frisullo riceveva  “stipendio”, regali e ragazze da Gianpaolo Tarantini. Secondo l’accusa l’ex vice di Nichi Vendola alla Regione Puglia, arrestato giovedì nell’ambito dell’inchiesta sanità, ha beneficiato 12.000 euro per 11 mesi nel 2008, oltre a 150.000 euro in danaro, costosi capi di abbigliamento, buoni benzina, regali di vario genere e prestazioni di natura sessuale da parte delle prostitute della scuderia di ‘Gianpi’: Maria Teresa De Nicolò, Vanessa Di Meglio e Sonia Carpentone.

Sono queste alcune delle ‘mazzette’ e dei vantaggi che Frisullo ha ricevuto per aver fatto vincere a Tarantini e all’imprenditore barese Domenico Marzocca (indagato a piede libero) appalti per un milione di euro per la fornitura di materiale sanitario da parte delle società di Tarantini; e per quattro milioni di euro per la ‘gestione dinamica dei documenti cartacei e cartelle cliniche’ banditi dalla Asl di Lecce e aggiudicati a Tarantini e alla società ‘Prodeo spa’ di Marzocca.

Frisullo avrebbe inoltre ottenuto la disponibilità, da parte di Tarantini, di un’autovettura con autista e del servizio di pulizia settimanale della sua casa barese in via Giulio Petroni.

Nell’interrogatorio Gianpaolo Tarantini ha confermato: «A Sandro Frisullo i soldi li ho dati o nella sua stanza alla Regione o nella sua macchina, a volte messi in busta. Nessuno era a conoscenza di queste tangenti; spesso ci incontravamo al distributore Q8 a San Giorgio/Torre a Mare di Bari. Lui arrivava con la sua macchina, faceva uscire l’autista della Regione, e io entravo e gli davo i soldi»

«Con Frisullo – fa mettere a verbale Tarantini – avevo un accordo per una sorta di ‘protezione politica’ ad un costo fisso di 12.000 euro al mese, somma che ho versato da gennaio/febbraio 2998 fino a novembre 2008 (…). Per le delibere che avevo vinto alla Asl Lecce consegnai a Frisullo in due, tre tranches 50.000 euro. Di seguito iniziai i pagamenti mensili».

Ma Tarantini non dava solo soldi a Frisullo. Come emerge dai verbali infatti, l’imprenditore pugliese regalava abiti di marca: «Gli ho regalato a Frisullo due cappotti Burberry, un cappello sempre di Burberry, tutti acquistati al negozio “Gemelli”. Ricordo che comprai il secondo cappotto, perché mi disse che il primo gli era stato rubato. In un’altra occasione acquistai due abiti, un paio di scarpe Church di camoscio marrone, diverse camicie, due cravatte, un cappotto di cachemire grigio». Non mancano altri tipi di regali, come «cestini a Natale, buoni benzina, cene, pranzi».

Gianpaolo Tarantini e Sandro Frisullo si sono frequentati «intensamente» dal 2007 all’estate 2008.  «In quel periodo – dice Tarantini – Frisullo mi diceva di non parlare al telefono o nella sua stanza (alla Regione ndr) per timore di intercettazioni; peraltro mi aveva detto di aver trovato una microspia nella sua macchina e mi fece anche vedere dove la stessa era stata posizionata».

«Inoltre – aggiunge – mi disse che c’era in corso una indagine dei pm Rossi e Nicastro sugli accreditamenti della Regione in favore di una clinica privata di Putignano (Bari)». Nello stesso interrogatorio Tarantini si sofferma nel dettaglio sul danaro prelevato dalle banche per pagare Frisullo.

In una telefonata del 17 gennaio, Frisullo racconta ad un suo conoscente, un certo Romano, di non essere ancora completamente fuori dai giochi: «Non sono in vetrina, ma sono ancora al negozio. Cerco di dare una mano per mettere un po’ d’ordine negli scaffali». Sono passati 8 mesi da quando ha dato le dimissioni alle sue cariche, ma l’ex vicegovernatore assicura di aver svolto un ruolo decisivo nella “battaglia” interna al Pd per il candidato presidente alle regionali di fine marzo: in particolare Frisullo avrebbe contribuito, insieme a Massimo D’Alema, a tagliare fuori dalla competizione il sindaco di Bari Michele Emiliano.

GIP, SOLDI A FRISULLO MA NON C’E’ CORRUZIONE All’ex vicepresidente della Regione Puglia Sandro Frisullo, per motivi tecnici, non può essere contestato, così come ha chiesto l’accusa, il reato di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio: lo spiega il gip Sergio di Paola nel provvedimento restrittivo in base al quale Frisullo è stato arrestato per associazione per delinquere e per due episodi di turbativa d’asta. Per quattro episodi di corruzione è invece indagato a piede libero.

Per il gip, il danaro e le altre utilità ottenute da Frisullo non possono essere collegate in nessun modo “al compimento di atti dell’ufficio” che Frisullo ricopriva all’epoca dei fatti. «Quelle remunerazioni, come del resto ha precisato Gianpaolo Tarantini – continua il giudice – erano il prezzo di una ‘copertura politica’, ma non già dell’esercizio di poteri istituzionalmente collegati all’ufficio ricoperto da Frisullo».

In sostanza, dice il giudice, Frisullo, all’epoca dei fatti assessore regionale allo sviluppo, è intervenuto su funzionari della Asl Lecce raccomandando l’amico Tarantini. Il fine del suo intervento era di fare ottenere a Gianpi l’aggiudicazione di diversi appalti in base al peso politico che l’ex amministratore era in grado di esercitare, ma non perché abbia mai compiuto atti contrari ai doveri del suo ufficio.

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