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Rai, Fnsi su caso Massimo Giannini: “Critiche sì minacce no”

di Alessandro Avico |28 Gennaio 2016 20:32

Rai, Fnsi su caso Massimo Giannini: “Critiche sì minacce no”

ROMA – Rai, Fnsi su caso Massimo Giannini: “Critiche sì minacce no”. ”Legittimo criticare il lavoro dei giornalisti, ma se dalla critica si passa alle minacce si svelano le reali intenzioni di chi attacca i cronisti: tentare di imbavagliare la stampa e limitare la libertà di espressione”. Queste le parole in una nota del segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani.

”L’ultimo, l’ennesimo, caso di “tiro al cronista” – proseguono Lorusso, Giulietti e Di Trapani – riguarda Massimo Giannini e la puntata di “Ballarò” andata in onda martedì sera:

”I temi trattati hanno urtato la sensibilità del politico di turno che subito ha chiesto di licenziare il giornalista, chiudere la trasmissione e rimuovere il direttore di Rai3. Un fatto gravissimo che segue di pochi giorni un’altra violenta campagna in cui il Servizio pubblico veniva etichettato come fascista. Viviamo ancora in una Repubblica dove vige la libertà di espressione, ma episodi come questo e troppi altri, di vera e propria intimidazione ai danni dei giornalisti, destano preoccupazione perché tradiscono le intenzioni, trasversali a tutta la classe politica, di zittire chi fa informazione. L’intera categoria, ma anche l’opinione pubblica, devono mobilitarsi a difesa della libertà di espressione che è uno dei pilastri della democrazia”.

Il conduttore di Ballarò è stato infatti accusato dal deputato Pd Michele Anzaldi che ha addirittura chiesto sia licenziato per aver definito “incestuoso” il rapporto tra Renzi e la Boschi. Mentre Renzi interveniva in Senato nel dibattito sulla sfiducia al governo per il caso Banca Etruria: “Questo governo ha commissariato la Banca Etruria come ha fatto con altre banche senza avere alcun riguardo per nomi e cognomi” perché “per noi non ci sono amici o amici degli amici” e la “dimostrazione sta nel fatto che Banca Italia ha sanzionato i familiari di un ministro e sta nel fatto che non c’e’ stato un solo avvenimento che possa far parlare di conflitto di interessi” del ministro Boschi.

Anzaldi veniva intervistato da Gabriele Martini su La Stampa:

“In Rai chi è controlla? Per il countdown anticipato a Capodanno ha dovuto accorgersene la rete Internet e solo dopo l’azienda. Tutti noi paghiamo una marea di dirigenti, ma chi è che controlla? Non può essere responsabile uno solo, ci sono un’infinità di dirigenti sopra il tetto dei 240 mila euro. Dovrebbero denunciare loro, dovrebbero dire ci scusiamo. Invece, ogni volta se ne accorgono i cittadini”.

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