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Rai: stop a “Porta a Porta”, “Annozero” e “Ballarò” in vista delle regionali

di luiss_smorgana |2 Marzo 2010 8:12

Il Consiglio d’amministrazione della Rai, a maggioranza, ha deciso lo stop ai talk show per un mese, fino al voto delle Regionali del 28 e 29 marzo.  Al posto di trasmissioni come Porta a Porta, AnnoZero, L’Ultima Parola e Ballarò verranno trasmesse tribune elettorali.

Dopo le polemiche e il tira e molla, il diktat “silenzio si vota” è arrivato. Basta con gli approfondimenti televisivi “fuorvianti” per gli elettori fino a quando non andranno alle urne.

Il “regolamento per la par condicio”, testo votato in Commissione parlamentare di Vigilanza, di fatto rende impossibili i talk show a sfondo politico e praticamente per un mese spegne  le trasmissioni. Quelli che Silvio Berlusconi aveva definito «pollai televisivi»non andranno in onda.

Il cda, si legge in un comunicato di Viale Mazzini, «in applicazione» del regolamento varato dalla commissione di Vigilanza, ha deliberato a maggioranza «la sospensione temporanea, per il periodo relativo alla seconda fase della campagna elettorale, della messa in onda dei programmi di approfondimento informativo Porta a Porta (Raiuno), Annozero, L’ultima Parola (Raidue), Ballarò (Raitre), sostituendoli, ove possibile, con tribune elettorali, dando mandato al direttore generale di assicurare i termini e le modalità operative per assicurare il rispetto delle previsioni del citato Regolamento».

Furiosa Lucia Annunziata, conduttrice di “In mezz’ora”: «Il cda non ha chiuso la mia trasmissione, è vero – spiega la Annunziata, raggiunta al telefono in Iraq dove si trova per seguire le elezioni – ma resta il cappio al collo della par condicio: dunque posso andare in onda ma non posso parlare di politica interna. Lo considero una doppia beffa». A queste condizioni «non ci penso proprio ad andare in onda, anche come gesto di testimonianza e di denuncia e di solidarietà nei confronti dei colleghi i cui programmi vengono sospesi. Ho appena manifestato a Di Bella la mia posizione e gli ho chiesto di tornare dall’Iraq».

Dura la reazione del presidente della Rai Paolo Garimberti che di fronte alla scelta del consiglio di amministrazione risponde con un «no convinto». Per Garimberti la decisione presa rappresenta un danno per la Rai e per gli utenti.

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