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Regionali. I “trombati” del Pdl, per loro un posto in assessorato

di admin |31 Marzo 2010 13:12

La messe di voti raccolta al nord fa venire alla luce un problema di abbondanza: in Lombardia nessuno si aspettava che la coalizione di centrodestra potesse conquistare più della metà dei posti in palio (40 su 80) perdendo così il premio di maggioranza. In sintesi sono state distribuite altre poltrone a Lega e Pdl, lasciando a piedi quelli della Lista. Nomi eccellenti, o presunti tali, che però esigono il risarcimento dovuto. Un assessorato d’altra parte non si nega a nessuno. Nel Lazio il problema è opposto: i candidati delle liste escluse dalla competizione hanno fatto campagna elettorale e si aspettano anch’essi una congrua ricompensa. Un assessorato, di nuovo, è la soluzione e pazienza per la correttezza democratica.

Stiamo parlando, per il primo caso, degli otto aspiranti consiglieri regionali lombardi della lista di Roberto Formigoni che sono rimasti tagliati fuori.

Tra gli otto esclusi ci sono i nomi eccellenti di Luciano Bresciani, medico di fiducia di Bossi, Francesco Magnano, geometra di Arcore. Poi Marco Pagnoncelli (Pdl), Giulio De Capitani (Lega), Monica Rizzi, Pietro Macconi, Enrico Mattinzoli e infine Mario Cavallin (Lega).

Tutti trombati virtualmente, perchè usciti dalla porta del voto, rientreranno dalla finestra dell’incarico istituzionale: assessorati,  consigli di amministrazione, direzioni sanitarie et similia. Il Carroccioha fatto già la voce grossa per salvare almeno un paio di nomi piazzandoli nella giunta.

Bresciani dovrebbe infatti tornare sulla poltrona dell’assessorato alla Sanità, su questa decisione Bossi non transige, Rizzi invece sembra essere stata sponsorizzata direttamente dal figlio del Senatur, che proprio ieri ha parlato dell’assessorato all’Agricoltura con chiari riferimenti all’ex consigliera leghista.

Nessuna speranza invece sembra esserci per De Capitani, ex presidente del Consiglio regionale. Per lui Bossi non può penalizzare coloro che invece sono stati votati e per la giunta lombarda il leader intende chiedere 5 assessorati.

Nel Lazio invece Berlusconi lo aveva promesso, «gli esclusi avranno un posto in assessorato».

L’uscente Francesco Lollobrigida  potrebbe assumere i Lavori pubblici. L’ex segretario romano dell’Ugl Luca Malcotti, vicino al sottosegretario Andrea Augello, potrebbe ottenere le chiavi del Lavoro o del Bilancio (per il quale è in lizza pure l’ex socialista Donato Robilotta). Pietro Di Paolo, marito della deputata Barbara Saltamartini, entrambi cari ad Alemanno, dovrebbe avere i Trasporti; mentre resta incerta la delega all’uscente Tommaso Luzzi, in quota Gramazio.

Quanto a Forza Italia, sono ben messi Fabio Armeni (in capo al senatore Paolo Barelli e all’assessore comunale Bordoni) ma anche Giuseppe De Lillo (il terzo fratello della dinasty dell’Aurelio), Massimiliano Maselli e Pino Cangemi: questi ultimi sarebbero però alternativi, in quanto tutti e due portati da Gianni Sammarco.

Come pure alternativo a Malcotti, stavolta in casa An, sarebbe l’ex assessore di Storace Bruno Prestagiovanni, anche lui nella cerchia di Augello. Mentre resta l’incognita Claudio Fazzone: forte di 28mila preferenze a Latina potrebbe pretendere la Sanità (ma la Polverini ha già detto: «Quella delega la terrò io»). Da Rieti si fa largo il nome del rampelliano Cicchetti.

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