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Renzi il giorno dopo batosta Pil: “Non mi sento bocciato, linea non si cambia”

di Alessandro Avico |7 Agosto 2014 8:26

Matteo Renzi

ROMA – Ripresa che non c’è, mezzo 2014 fermi, anzi, in recessione. Ma nonostante la batosta subita, con il Pil in calo dello 0,2%, il premier Matteo Renzi fa sapere che la linea non si cambia. “Il calo del Pil non va letto come una bocciatura, e bisognerà lavorare di più, trasformando questo numero in occasione per accelerare sulle riforme”, spiega Renzi in un’intervista al Messaggero. Non solo, Renzi dice anche che questo dato negativo se lo aspettava, e per questo non c’è da preoccuparsi, “accuso il colpo ma ripeto, non mi sento bocciato”. Il premier aggiunge poi che “gli italiani possono anche smettere di fidarsi dell’ esecutivo, ma quello di cui non possono accusarci è la mancanza di chiarezza”.

Ma come fare per vedere anche solo dei tenui segnali di ripresa? Renzi ha una scommessa, anzi più di una:

“La scommessa è: cambiare le regole del gioco, Costituzione e legge elettorale. Avere un profilo più marcatamente mediterraneo e africano nella politica estera. Un grande investimento su cultura ed educazione. E un’operazione sulla spending. Con questi cinque punti la politica torna ad essere degna di questo nome”.

E il “patto” con Berlusconi? “Non è ipotizzabile che Forza Italia possa sostenere anche dei provvedimenti economici del governo”, spiega Renzi. Ma il grande fatto politico è che le riforme istituzionali si fanno insieme. E non è in discussione neppure un’ ipotesi di appoggio esterno: “L’operazione regole ha senso proprio nel momento in cui ci riconosciamo avversari politici”.

Privatizzazioni sì, ma non svendere. “Avanti con le privatizzazioni, ma non con l’ansia di chi ha bisogno di realizzare – spiega ancora Renzi – questo non è il momento di svendere”. “Si cominci dalle municipalizzate, multiutility, alcune funzionano e altre no”. E “iniziamo a disboscare la giungla di partecipate, di poltrone, dicendo ai sindaci: noi vi diamo gli incentivi, ma voi mettete insieme le aziende”.

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