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“Repubblica presidenziale? Lo è già”. Barbara Spinelli: il piano di Licio Gelli

di Marco Benedetto |6 Giugno 2013 11:13

Barbara Spinelli con Giorgio Napolitano (Foto LaPresse)

Presidenzialismo o semipresidenzialismo, attenzione, sono tutte trappole: si finirà per congelare la situazione attuale, cui ha portato l’Italia la Presidenza della Repubblica di Giorgio Napolitano con le sue ripetute forzature; si finirà per spianare a Berlusconi la strada per il Quirinale; si finirà per completare l’attuazione del piano di Licio Gelli, gran maestro della P2, di trent’anni fa.

Critiche dure quelle che Barbara Spinelli muove alla deriva in atto nel mondo politico, a Giorgio Napolitano e al Pd: non lo ha fatto dal quotidiano su cui abitualmente scrive, la Repubblica,e sul quale mercoled’ si è limitata a toccare il tema in generale (“Un padre padrone non ci salverà dalla rovina“) ma in una intervista raccolta da Silvia Truzzi per il Fatto quotidiano, dove va ben oltre e critica apertamente Giorgio Napoltano.

Barbara Spinelli si è ormai spostata su posizioni filo Beppe Grillo e le cose che dice al Fatto non rientrano precisamente nella linea di Repubblica, che di Giorgio Napolitano ha fatto l’ultimo santo. Spesso Barbara Spinelli, nella sua passione per Beppe Grillo, sembra i liberali di cent’anni fa (Giolitti, Carandini) quando guardavano con tenerezza a Benito Mussolini, convinti che avrebbe fatto per loro lo sporco lavoro prima di riconsegnare nelle loro mani una italia libea da ogni pericolo rosso.

Ma sul tema che monopolizza in modo insensato e preoccupante la politica italiana, ha ragione da vendere.

Di seguito sono riportate alcune citazioni della lunga intervista. La prima domanda di SIlvia Truzzi è:

“Il presidenzialismo non è certo la priorità dell’Italia. Pare che questa fretta sia un tentativo di ufficializzare una situazione già esistente de facto”.

La risposta:

“Non solo sono d’accordo: i poteri aggiuntivi che si vogliono dare al presidente, il presidente se li è già presi, forzando non poco la Costituzione. Ma c’è qualcosa di più: il presidenzialismo occulta e rinvia quel che urge davvero”.

[…]

“L’urgenza, in Italia, sono i partiti totalmente inaffidabili e moralmente devastati; e la politica rintanata in oligarchie chiuse, che nemmeno ascoltano il responso delle urne. Se sopra tale marasma metti il cappello del capo forte, non solo congeli lo strapotere presidenziale, ma cronicizzi le malattie stesse che il presidenzialismo – ma attenzione: è un inganno – pretende di guarire. Il presidenzialismo dilata ovunque le oligarchie: ergo in Italia dilata la corruzione”.

Silvia Truzzi:

“Il capo dello Stato ha messo una data di scadenza al governo, una cosa mai vista. Grillo ha obiettato: “A che titolo dice queste cose?”.

Barbara Spinelli:

“Grillo ha perfettamente ragione: dove sta scritto che il presidente determina in anticipo, ignorando le Camere, la durata dei governi? Perfino a Parigi, dove tale prerogativa esiste – ed è grave che esista – l’Eliseo si guarda da dichiarazioni simili. In Francia il presidente è contemporaneamente presidente del Consiglio dei ministri. La stessa cosa ormai avviene in Italia: il presidenzialismo nei fatti c’è già. Questo governo è un Monti bis, con i politici dentro. E alla presidenza c’è Napolitano. Intendo presidenza del Consiglio, non della Repubblica”.

Osserva Silvia Truzzi:

“Così si sfalda il sistema delle garanzie e dei contrappesi costituzionali”.

Concorda Barbara Spinelli:

“Salta completamente. E prefigura già la Repubblica presidenziale. Inoltre abbiamo un presidente della Repubblica- presidente del Consiglio che gode di privilegi extra-ordinari, che nessun premier può avere. Tanto più perniciosa diventa la storia delle telefonate tra Colle e Mancino sul processo Stato-mafia. Esiste dunque un potere che ha speciali prerogative e immunità, senza essere controllabile. La democrazia è governo e controllo. Perché Grillo dà fastidio? Perché è sul controllo che insiste”.

Si è parlato, nota Silvia Truzzi, di un “golpe al ralenti” di Berlusconi:

“Gli strappi di questi mesi suggeriscono la stessa idea: eppure l’informazione non ha quasi reagito”.

Barbara Spinelli:

“Sulle derive oligarchiche della democrazia, e sul tradimento degli elettori avvenuto con le larghe intese, stampa e tv sembrano intontite, se non ammaliate”. […] Perfino Fabrizio Barca, il più cosciente del naufragio del Pd, ha tenuto a precisare, interrogato su Berlusconi: “Teniamo separati il piano dell’etica e della politica”. Ma da quando in qua?

Ricorda Silvia Truzzi che “il tesoriere del Pdl Bianconi ha detto che

“Stella e Rizzo sono i tumori della democrazia”. Chiaramente i tumori sono tutti quelli denunciati dai due giornalisti”.

Barbara Spinelli:

“La politica è del tutto sorda. Mi ha colpito il caso di Anna Finocchiaro. Gli elettori erano in rivolta contro i 101 traditori, e sono stati apostrofati così: “Non so cosa vogliano questi signori!”. Poco dopo ha recidivato, quando i deputati Pd hanno prima firmato e dopo poche ore respinto la mozione Giachetti che aboliva subito il Porcellum: “La mozione è intempestiva e prepotente!”. Intempestiva?”.

In relazione al presidenzialismo, nota Silvia Truzzi, si è parlato di sindrome di Stoccolma del Pd.

Barbara Spinelli:

“Siamo nella continuità di un progetto che nella sostanza non è mai stato meditato né condannato. Tanto che quasi abbiamo realizzato il Piano di rinascita nazionale della P2 di Gelli. Siamo prigionieri di un’idea malata che incolpa la Costituzione d’ogni nostra stortura. Non si vuol vedere che invece siamo prigionieri di una cosiddetta classe dirigente prima compromessa col fascismo, poi coi clericali, poi con l’America, poi con la mafia, poi con Berlusconi. È quest’ultimo oggi a dettare le condizioni. In tutto questo, il partito più grosso della sinistra “non esiste, è una nostra invenzione. O un rimorso, a seconda. È fatto di persone dietro cui c’è il nulla. Puoi trovare uno, Civati o Barca, ma anche quando vai nel deserto trovi oasi che non sono miraggi. Il Pd pare vivo e di sinistra, ma le due cose sono un trompe l’oeil”.

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