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Caso Ruby, centri accoglienza smentiscono la Questura: “Quella notte avevamo posto, non ci hanno chiamati”

di Marco Benedetto |1 Novembre 2010 15:01

Ruby

In alcune comunità per minori di Milano, almeno in quattro, la sera del 27 maggio quando dalla questura si cercava ricovero per la giovane marocchina nota come Ruby, fermata per furto, il posto c’era, diversamente da quanto sostenuto nel verbale di affidamento. La Questura di Milano aveva detto di aver fatto un giro di telefonate e di non aver trovato nessuna sistemazione per la ragazza al centro del nuovo scandalo che coinvolge Silvio  Berlusconi. Ma un’inchiesta del Corriere della Sera ha scoperto che in quella notte del 27 maggio, a carcarlo, un posto in qualche centro di accoglienza per Ruby c’era e come.

”Quest’anno non siamo mai state piene – afferma madre Teresa Gospar di Villa Luce al Corriere della Sera – nessuno ci ha chiesto se potevamo accogliere Ruby”. Secondo il quotidiano milanese, il 27 maggio, ”non risultano telefonate al Pronto intervento”, in base a quanto riferiscono i Servizi sociali del Comune di Milano. Eppure il responsabile del Pronto intervento, Egidio Turchetti ha il cellulare ”accesso 24 ore su 24”.

Nessuno ha chiamato anche alla Casa di Nazareth, dove suor Maria, una delle responsabili del centro di accoglienza per ragazzine dice che quella sera ”c’era posto”. Così come alla Zattera che ”è sempre aperta alle emergenze”. Analoga situazione ai Martinitt, dove, per ora, non e’ stata segnalata alcuna richiesta per l’accoglienza di Ruby.

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