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Rutelli: “Sarà la Lega a staccare la spina al governo Berlusconi”

di admin |15 Luglio 2010 15:02

Francesco Rutelli

«Sarà la Lega a staccare la spina al governo» Berlusconi, e lo farà «anche per recuperare le divisioni interne». Lo ha detto Francesco Rutelli, a margine della conferenza stampa di presentazione del disegno di legge dell’Api che propone il sistema elettorale tedesco.

«Non faccio il profeta – ha risposto – ma una analisi politica. La Lega dovrà prendere atto che con la crisi non potrà avere un federalismo ricco. Allora dirà al Pdl “siamo stati con voi, a sostenere i vari Cosentino, e alla fine che abbiamo ottenuto? Ce ne torniamo nelle nostre valli”». I cronisti hanno osservato che giovedì alcuni giornali parlano di un Bossi ”tentato di sparigliare” e il leader dell’Api ha così ribattuto:  «La Lega dovrà staccare la spina – ha proseguito Rutelli – anche per ritrovare l’unità, perché oggi è attraversata da spaccature tremende, sui fronti di Maroni e di Calderoli, come dimostra la vicenda Brancher. Voi – ha detto ai giornalisti – vi limitate a girare per le strade tra la Camera e il Senato, ma se andate in Veneto troverete una Lega spaccata: ai convegni quando entra Zaia esce Tosi, e quando parla Tosi, Zaia va via. L’unica modo per recuperare l’unità e ritornare nei propri territori».

Un governo di larghe intese appare oggi per Rutelli  «improbabile», mentre rientra nel novero del possibile che nei prossimi mesi, per esempio nella «primavera dell’anno prossimo», Berlusconi cada e nasca un «governo del Presidente» che faccia la riforma elettorale. Interpellato sulla proposta lanciata da D’Alema, Rutelli ha ricordato che un anno fa «nelle ultime cinque righe di un suo libro si parlava di questa prospettiva». Tuttavia oggi «questo scenario è assolutamente improbabile», innanzi tutto perché Berlusconi non si farà da parte facilmente. Però «nella parte finale della legislatura, ci si potrebbe arrivare».

Rutelli ha insistito che la prima urgenza del Paese è la legge elettorale, che dia la possibilità di formare maggioranze omogenee e in grado di governare, diversamente da quanto accaduto nelle ultime due legislature con la legge Calderoli. «Per affrontare questa incombenza – ha aggiunto – occorre un governo del Presidente, promosso cioé dal Presidente della Repubblica sulla base della maggioranza parlamentare possibile. Almeno in questo fine legislatura dobbiamo definire quelle riforme che ci evitino di finire nella prossima legislatura come nelle due precedenti. E le forze più responsabili dovrebbero concentrarsi per scongiurare tutto ciò».

L”Api di Francesco Rutelli rilancia quindi «la madre di tutte le battaglie», vale a dire una proposta di legge elettorale sul modello tedesco. Due le adesioni da parte del Pd a questo disegno di legge quelle di Marco Follini e Stefano Graziano, anche se Rutelli ha sostenuto che «la maggioranza dei dirigenti del Pd è per il modello tedesco». La proposta dell’Api, ha spiegato Pisicchio, prevede che la metà dei deputati siano eletti nei collegi uninominali e metà con metodo proporzionale, con due voti di preferenza (uomo/donna). In più c’è uno «sbarramento consistente» e cioè del 5%.

In breve secondo l’Api il bipolarismo si è dimostrato «un disastro» e se cadesse il governo e si tornasse alle urne la situazione sarebbe ancora più grave. Bisogna puntare su «coalizioni costruite sui programmi e non a coalizioni solo per vincere», il che è possibile con il sistema tedesco. Rutelli ha sottolineato che quella del Pd è una proposta strategica: «Serve una legge elettorale che rimetta insieme consenso e governabilità. Oggi c’è la maggioranza parlamentare più ampia della storia della Repubblica, ma non passa giorno senza che il Presidente del Consiglio non espliciti l’impossibilità a governare».

Lo scenario delineato da Rutelli è quello con «quattro, cinque o sei partiti nazionali e con le coalizioni fatte da omogeneità programmatica e disponibilità a collaborare». Quanto all’atteggiamento del suo ex partito, Rutelli ha detto: «Non voglio polemizzare con il Pd. Invito tutti ad uscire da schemi che ci hanno costretti in una camicia di forza inestricabile. Un’altra legislatura come le ultime due sarebbe il peggiore degli incubi», e se  «si votasse ancora con il ‘Porcellum’ ci sarebbe l’astensione di massa». Rutelli si è detto convinto che anche la Lega può essere interessata al sistema tedesco.

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