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Salvini a Catania poi a Pozzallo: “Stop Sicilia campo profughi d’Europa”. Merkel: “Italia lasciata sola” VIDEO

di redazione Blitz |3 Giugno 2018 21:55

Salvini a Catania attacca ancora sui migranti: "Stop Sicilia campo profughi d'Europa"

Salvini a Catania attacca ancora sui migranti: “Stop Sicilia campo profughi d’Europa”

CATANIA – “Basta Sicilia, campo profughi dell’Europa”. Così il neo ministro dell’Interno, Matteo Salvini a Catania per le elezioni amministrative, torna a infierire sull’immigrazione. La sua visita prosegue poi nell’hotspost di Pozzallo in provincia di Ragusa [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play]. Il tutto mentre, nel Mediterraneo, poche ore prima si erano consumate due nuove stragi del mare.

“Sui migranti non terremo una linea dura, ma di buon senso”, ha detto Salvini in una conferenza stampa col candidato a sindaco del centrodestra, Salvo Pogliese. E poi ha assicurato: “Quello che non è scritto nel contratto Cinquestelle-Lega non sarà preso in discussione, così eviteremo di litigare”. Un chiaro riferimento, forse, alle prime esternazioni del ministro leghista alla Famiglia, Lorenzo Fontana, (“le famiglie gay non esistono”) che ha battezzato così il primo giorno di vita del governo giallo-verde.

“Il centrodestra non è demolito, ma continuerà ad esistere – ha detto ancora Salvini – e noi applicheremo il programma del centrodestra contenuto nel patto di governo”. Poi ancora sui migranti: “Basta alla Sicilia campo profughi d’Europa. Non assisterò senza far nulla a sbarchi su sbarchi su sbarchi. Servono centri per espellere”.

“Le contestazioni? Chissenefrega, ci sono cose più importanti che dobbiamo fare”, ha anche detto Salvini in piazza Verga circondato da decine e decine di persone tra giornalisti e sostenitori. “Con i giornalisti – ha poi chiosato – parlo dopo, adesso fatemi incontrare la gente assieme al candidato sindaco di Catania Salvo Pogliese”.

Diversi cori hanno accompagnato la lenta passeggiata di Salvini: quelli dei contestatori dei centri sociali si alternavano a quelli dei sostenitori del leader della Lega. Stessa scena si è vista a Pozzallo: anche qui Salvini è stato accolto sia da sostenitori, sia da contestatori.

A Pozzallo, Salvini ha parlato della riforma del regolamento di Dublino e delle politiche di asilo: “Il governo italiano dirà no la settimana prossima alla riforma del regolamento di Dublino e a nuove politiche di asilo, occorre ricontrattare in Ue” il dossier migranti. E a chi gli ricorda la solidarietà di Germania e Francia Salvini ha ribattuto: “Aspettiamo che passino dalle parole ai fatti”.

Salvini: “La Tunisia spesso esporta galeotti”.

La Tunisia è un Paese libero e democratico che non sta esportando gentiluomini ma spesso e volentieri esporta galeotti”, ha affermato ancora a Pozallo Matteo Salvini, rispondendo a chi lo interpellava sui casi di intemperanza registrati nei centri di accoglienza, che avrebbero tra i protagonisti migranti tunisini. “Parlerò con il mio omologo tunisino”, ha aggiunto ancora Salvini.

Angela Merkel: Italia lasciata sola sull’immigrazione.

Sul problema migranti, nella giornata di domenica è intervenuta anche Angela Merkel: “La sicurezza delle frontiere, la politica di asilo comune e la lotta alle ragioni dell’esodo dei migranti sono la vera questione esistenziale per l’Europa”. La cancelliera ha detto che serve unificare il sistema, sottolineando che parte dell’insicurezza in Italia sia nata dalla solitudine nell’emergenza profughi: “Parte dell’insicurezza in Italia ha la sua origine proprio dal fatto che gli italiani, dopo il crollo della Libia, si sono sentiti lasciati soli nel compito di accogliere così tanti migranti”.

“Abbiamo bisogno di un sistema comune dell’asilo e misure comparabili nella decisione su chi rimane e chi no”, ha aggiunto Merkel, secondo la quale Frontex diventerà “nel medio periodo una vera polizia di frontiera con competenze europee” e nel lungo periodo dovrà esserci “un ente europeo per l’asilo”.

Salvini a Pozzallo (video Agenzia Vista di Alexander Jakhnagiev).

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