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Tagli alla sanità, manca numero legale sul decreto: governo pone la fiducia

di Maria Elena Perrero |27 Luglio 2015 21:53

(Foto d’archivio)

ROMA – L’esame del decreto legge sugli enti locali con i tagli alla sanità slitta a martedì 28 luglio. Il governo, che ha deciso di blindare l’iter con la questione di fiducia, dovrà aspettare: in Aula al Senato, dove è all’esame il provvedimento, è infatti mancato per quattro volte il numero legale.

Le opposizioni intanto protestano contro un provvedimento “omnibus” e accusano l’Esecutivo di non avere più la maggioranza a Palazzo Madama, mentre le Regioni salgono sulle barricate contro i tagli annunciati per la sanità.

Critiche che governo e maggioranza respingono al mittente: “Come a volte succede – minimizza il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi – alcuni senatori della maggioranza hanno sottovalutato l’importanza di garantire oggi la presenza in Aula: non e’ un problema di maggioranza, è un problema di presenza il lunedì”.

Il maxiemendamento che sarà presentato martedì dovrebbe comunque ricalcare il lavoro della commissione, che durante tre settimane ha approvato un pacchetto corposo di modifiche rispetto al testo uscito da Palazzo Chigi.

Tra queste, anche l’attuazione di una sforbiciata di circa 2,3 miliardi al comparto sanità. Tagli, sottolineano maggioranza e governo, che erano stati decisi con la precedente finanziaria e “che recepiscono un accordo raggiunto in Conferenza Stato-Regioni”, spiega il ministro Boschi, con il quale si sono individuati i settori di intervento. E che la maggioranza derubrica come “razionalizzazione di alcune voci di spesa”. Dunque, dice la senatrice Ncd nonché una delle due relatrici al testo Federica Chiavaroli, “non c’è alcun nuovo taglio”.

Nel mirino però non finisce solo questa misura. Sotto accusa infatti anche l‘annunciata spending review del governo sempre sul fronte della sanità e che secondo i primi conti potrebbe liberare una decina di miliardi. Secondo il coordinatore degli assessori regionali alla Sanità Luca Coletto “se si prosegue così, salta però il sistema della universalità della sanità pubblica. In sostanza. avverte, oltre alle tasse, gli italiani dovranno pagare le prestazioni sanitarie privatamente”.

E anche secondo le opposizioni le misure messe in campo dal governo sono “irricevibili”, come dice Sel, perché dimostrano “una precisa strategia politica: “Il diritto alla salute, spiegano i parlamentari del Movimento 5 Stelle nelle commissioni Affari Sociali di Camera e Senato, deve diventare un optional”.

Critiche nel merito che si saldano a questioni di metodo: “E’ un provvedimento omnibus”, mette in evidenza Forza Italia in Senato motivando così le ragioni della richiesta di votare le pregiudiziali di costituzionalità sul testo. Un voto però che è l’Aula del Senato ha dovuto rinviare a domani a causa della mancanza del numero legale. Sono state quattro le votazioni andate a vuoto nel pomeriggio, l’ultima solo per due voti. A mancare in particolare Ncd, i presenti erano 19 su 36, e le Autonomie (6 su 19). Banchi vuoti che la maggioranza spiega quindi come un ‘incidente’ di percorso dovuto all’abitudine di deputati e senatori a non essere presenti in Parlamento a inizio settimana ma che qualcuno invece legge come un avvertimento da parte di Ncd nei confronti dell’Esecutivo in vista del voto del Senato per gli arresti domiciliari dell’ex presidente della commissione Bilancio del Senato Antonio Azzollini e che è in calendario per mercoledì.

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