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34% degli americani dice sì alla violenza politica, un anno dopo l’assalto a Capitol Hill

di Redazione Blitz |4 Gennaio 2022 13:31

34% degli americani dice sì alla violenza politica, un anno dopo l'assalto a Capitol Hill (foto Ansa)

Negli Stati Uniti una persona su tre pensa che la violenza politica contro lo Stato possa essere giustificata. Il sondaggio, commissionato dal Washington Post e condotto con l’Università del Maryland, a un anno ormai dall’assalto a Capitol Hill (era il 6 gennaio dell’anno scorso) ci dice che il 34% degli intervistati, parliamo della più alta percentuale da quando nel 1995 fu commissionato per la prima volta, è pronto a giustificare potenziali violenze in politica.

Le percentuali per fazione politica e le responsabilità di Donald Trump

La percentuale cambia a seconda della posizione politica: a giustificare talvolta la violenza è il 40% dei repubblicani e il 41% degli indipendenti, contro il 23% dei democratici.

Nel sondaggio poi si è anche parlato delle responsabilità dell’ex presidente americano Donald Trump nell’assalto a Capito Hill.

Per il 60% degli americani ha una “grande” o “buona” quota di colpa, ma la percentuale sale tra i democratici (92%) e cala tra i repubblicani (27%) e gli indipendenti (57%). Per il 72% dei repubblicani e l’83% degli elettori del tycoon l’ex presidente ha solo “qualche responsabilità” o non ne ha “affatto”.

L’allarme dei giornali americani

A un anno da Capitol Hill quindi sembra che l’onda lunga del populismo non sia finita con la sconfitta di Donald Trump. Anzi: è ancora lì ad aspettare qualcuno che sia pronto a cavalcarlo. Forse lo stesso Trump alle prossime elezioni.

“Dovremmo smetterla di sottovalutare la minaccia che ha davanti il nostro paese – si legge in un articolo del New York Times di questi giorni – Moltissime volte, negli ultimi sei anni e fino agli eventi del 6 gennaio, Trump e i suoi alleati hanno esplicitato apertamente il proprio desiderio di compiere qualcosa di illegale, pericoloso e distruttivo. Ogni volta ci siamo detti che non facevano sul serio o che comunque non sarebbero riusciti nel loro intento. Quante volte dovremo sbagliarci prima di prenderli seriamente? Prima lo faremo, prima potremo sperare di salvare una democrazia in grave pericolo”.

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