«È arrivata l’ora di un atto maturo all’interno della comunità civile, in favore della democrazia e del rispetto dei diritti umani a Cuba» afferma in un comunicato il coordinatore del gruppo, Juan del Pilar Goberna. Il comitato prevede «proposte pacifiche dentro e fuori dell’isola in appoggio a tutte le richieste dei prigionieri politici e di coscienza e anche dei detenuti comuni». Il nuovo gruppo si ripromette di far conoscere ai cubani i nomi di 200 detenuti politici, fra cui una ventina con problemi di salute.
Le autorità cubane negano che ci siano detenuti politici e considera i dissidenti “mercenari” al soldo degli Stati Uniti. La morte del dissidente detenuto Orlando Zapata il 23 febbraio scorso dopo due mesi e mezzi in sciopero della fame ha unito i dissidenti di diverse tendenze.